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Tag: imprese
  • Calano i prestiti, cresce l’invoice trading: l’opinione dell’esperto

    Negli ultimi anni la pandemia, la guerra e la conseguente crisi energetica hanno avuto un impatto significativo sulle PMI costringendo gli istituti finanziari ad adeguarsi al nuovo contesto macroeconomico. Il sistema bancario, nonostante l’intervento del Governo a sostegno delle imprese, si è tenuto cauto nell’erogazione di nuova finanza a causa della forte incertezza rispetto a una potenziale ripresa economica, malgrado le PMI rappresentino tuttora il pilastro dell’economia italiana. Nel frattempo, le competenze dei manager delle PMI sono andate aumentando nel corso del tempo, costringendo il sistema bancario a innovarsi per non soccombere alla concorrenza di soggetti che forniscono servizi alternativi in maniera fluida e accessibile, soprattutto per quanto riguarda la gestione del credito.

    Se le misure di sostegno alle PMI da parte del Governo hanno ridotto la probabilità di arrivare a un vero e proprio “credit crunch” ad oggi la situazione rimane estremamente delicata. Una volta esauriti i sostegni, le imprese devono fronteggiare un contesto macroeconomico molto sfidante, determinato dagli elevati livelli di crediti unlikely to pay e stage 2 (rispettivamente pari a ca. €30 miliardi ed €250 miliardi secondo le ultime stime disponibili) nel mercato italiano che potrebbero trasformarsi in sofferenze se non gestiti in maniera corretta da parte del sistema bancario, anche a causa dei cambiamenti nella definizione di default subentrati a partire dal 2021. Pur senza arrivare a livelli drammatici, la riduzione dell’offerta di credito alle imprese da parte delle banche, già osservata a fine 2022, sarà un fenomeno consequenziale ai mutamenti economici e lo sarà altrettanto il ricorso da parte delle PMI al mondo fintech per contenere il pericolo di una crisi di liquidità.

    Le esigenze dei manager delle PMI sono infatti cambiate nel corso del tempo e, ad oggi, le principali richieste sono legate all’ottenimento di finanziamenti a condizioni competitive, alla possibilità di accedere a servizi di pagamento immediati e chiari, senza provvigioni o comunque riducendo al minimo queste ultime, e alla necessità di ricevere un’assistenza tempestiva e costante. Le aziende fintech, rispetto ai tradizionali operatori finanziari, sono in grado di rispondere al meglio a tutte queste esigenze, facilitando le esecuzioni dei processi e sviluppando modelli operativi molto specifici per determinate aree del “business” finanziario.

    L’invoice trading, in questo contesto, consente alle aziende di ottenere fondi nell’immediato tramite la vendita delle fatture ad operatori specializzati: una modalità di finanziamento particolarmente utile per le aziende caratterizzate da un alto volume di vendite a credito o che si trovano in una situazione di stress finanziario, ma anche per quelle aziende che sono andate incontro a una diminuzione del fatturato (e che quindi hanno maggiori difficoltà ad accedere al credito bancario) e per le aziende che stanno acquisendo nuovi ordini dopo un periodo di crisi e non trovano nel sistema creditizio tradizionale delle soluzioni sufficientemente reattive.

    Nel prossimo futuro l’invoice trading potrebbe quindi andare incontro a una ulteriore, massiccia diffusione in virtù di tre caratteristiche fondamentali:

    • È uno strumento complementare e non sostitutivo del credito bancario tradizionale e del factoring per masse coinvolte, caratteristiche, posizionamento di prezzo e tipologia di clienti cedenti
    • Offre una mitigazione del rischio “sistemico” generalmente rappresentato dalla prevalenza del credito di fornitura gestito dalle imprese di grandi dimensioni (c.d. “credito ombra”)
    • È un elemento di sostegno per le aziende in termini di crescita e risanamento, in particolare per quelle non ben viste dal sistema bancario a causa delle piccole dimensioni e/o dello standing creditizio insufficiente

    In questo senso è possibile affermare che l’invoice trading innesca una reazione a catena nel sistema economico, aiutando da un lato le PMI a non incorrere in crisi di liquidità e dall’altro a mantenere il sistema bancario più solido grazie al miglioramento dello standing creditizio dei debitori in essere. Non è da escludersi, in questo contesto, lo sviluppo di potenziali sinergie con gli istituti bancari tradizionali nell’ottica di mettere a disposizione di questi ultimi dei servizi alternativi appetibili per potenziali clienti - dalle PMI alle startup in fase di crescita - laddove le banche non sono presenti o non vogliono incrementare la propria esposizione.

    Lorenzo Zini

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  • Anticipo fatture online: la risposta alle domande più comuni

    Uno dei dati più significativi emersi nel corso dell’ultima ricerca dell’Osservatorio Fintech del Politecnico di Milano non riguarda tanto gli aspetti quantitativi delle nuove tecnologie applicate all’ambito finanziario quanto gli aspetti qualitativi: nel caso specifico, la fiducia, soprattutto quando si parla di anticipo fatture.
    Fiducia che, nel caso di determinati servizi finanziari, non è chiaro se sia conseguenza di una mancata conoscenza dei nuovi servizi o piuttosto l’abitudine, rafforzata di generazione in generazione, alle vecchie soluzioni: nel caso delle imprese con meno di dieci dipendenti la ricerca dell’Osservatorio non svela, infatti, i motivi per cui oltre sette piccole e micro imprese su dieci preferiscano ancora l’anticipo fatture bancario – che crea nuovo debito – in luogo della cessione pro soluto e definitiva dei crediti commerciali.

    Come funziona l'invoice trading e anticipo fatture online di CashMe

    Per usufruire dei servizi di anticipo fatture online sono sufficienti competenze digitali di base

    Dal nostro punto di osservazione “privilegiato”, in quanto azienda fintech specializzata nell’invoice trading, qualche risposta ci sentiamo in grado di darla: ad esempio, il fatto che ancora oggi ci capita di avere a che fare con clienti che scoprono solo a cose fatte la semplicità con cui è possibile effettuare l’anticipo fatture online, senza disporre di competenze digitali avanzate. Tutto quello di cui c’è bisogno è un computer, un browser per navigare, la capacità di inserire i dati aziendali e caricare le fatture sul portale di CashMe: conoscenze informatiche di base che qualunque imprenditore ormai possiede.

    Pur se avviene online, l’anticipo fatture con CashMe prevede sempre la presenza di un consulente

    Un certo tipo di informazione di massa, tuttavia, negli ultimi tempi ha insistito molto sulla tendenza di alcune aziende fintech all’automazione totale dei processi: un obiettivo forse più auspicato che effettivamente raggiunto, con la conseguenza che oggi anche noi ci ritroviamo ad avere a che fare con imprenditori “spaventati” dall’idea di essere sottoposti alla valutazione di algoritmi opachi e insindacabili. Eppure, non tutte le aziende fintech seguono la medesima strategia: noi di CashMe, ad esempio, abbiamo sempre garantito ai nostri clienti la possibilità di essere accompagnati in tutto il percorso da un consulente, proprio perché riteniamo che la competenza e l’intelligenza umana non possano essere sostituite da una macchina quando si lavora su aspetti fondamentali per la salute finanziaria di un’impresa.

    A differenza dell’anticipo fatture bancario, con l’invoice trading l’attenzione si sposta tutta sul debitore

    Infine, ma qui forse si tratta di una conseguenza della scarsa educazione finanziaria degli italiani ancor prima che degli imprenditori in senso stretto, l’anticipo fatture online nella modalità “invoice trading” non è esattamente la stessa cosa dell’anticipo fatture bancario: i servizi online come CashMe, infatti, sono pensati per effettuare la cessione del credito nella modalità pro soluto con il conseguente trasferimento del rischio finanziario associato a esso al loro acquirente.(cessionario) A differenza dell’anticipo fatture bancario, quindi, quello online non si traduce in un nuovo debito a carico dell’impresa, bensì in un’immissione di liquidità che consente di alimentare il flusso di cassa a breve termine e migliorare i principali indici di bilancio.

    Dal nostro “osservatorio”, per il momento, è tutto.

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  • Maurizio Montini, MEM Srl: più potere contrattuale con l’invoice trading

    Rodengo Saiano, Brescia. È qui che, lungo la strada che dal capoluogo lombardo raggiunge il Lago d’Iseo, ha sede dal 2006 la M.E.M. (Montaggi Elettrici e Meccanici) SRL, co-fondata da Maurizio Montini e attiva in tutto il mondo nell’installazione e manutenzione di impianti elettrici, meccanici e idraulici.

    Esempio di eccellenza italiana nata grazie allo spirito d’iniziativa di professionalità collaudate e attive nel settore da decenni, M.E.M. SRL ha un fatturato di 5 milioni di euro ed è cliente CashMe da un anno per la cessione di crediti commerciali pendenti verso investitori istituzionali tramite la formula pro-soluto.

    Sig. Montini, in quali settori opera M.E.M. Srl?

    Impiantistica industriale, elettrica, alimentare, metallurgica e di prodotti chimici e petroliferi. Ci occupiamo dell’installazione, manutenzione e controllo dei macchinari. L’azienda, nata nel 2006, vanta oggi una rete di oltre ottanta tra impiegati e collaboratori, che si spostano a seconda delle esigenze dei nostri clienti.

    Quali sono i vostri principali clienti?

    Lavoriamo per lo più con clienti italiani, attivi in tutto il mondo: Alfa Acciai Spa, Alges Srl, Cometal Engineering Spa, Evolut Spa, FBG Srl , Harsco Environmetal Srl, IMG Srl, Innospec Performance Chemicals Italia s.r.l., Metra Spa, Remazel Spa, SMS Group S.p.A, Timken Italia Srl, Tiesse Robot Spa, Danieli & C. Officine Meccaniche S.p.A. e altri. Con quest’ultimo, in particolare, stiamo pianificando la realizzazione di un grande impianto di estrusione a Phoenix, in Arizona (USA).

    Qual è il suo ruolo in azienda?

    Il mio percorso professionale nel settore è stato quello di dipendente, fino al 2005, con ruoli di operaio, caposquadra, capocantiere, responsabile del personale. Nel 2006, insieme ad altri cinque tra amici e colleghi si è presentata l’opportunità di creare M.E.M. Srl, di cui sono ancora oggi l’amministratore unico, mentre gli altri soci rivestono ruoli operativi, ciascuno nel proprio settore di competenza.

    MEM Srl, la sede dell'azienda a Rodengo Saiano (Brescia)

    Come è nata la collaborazione con CashMe?

    Con CashMe abbiamo iniziato a collaborare verso la fine del 2018, in un momento in cui stavamo cercando un canale di finanziamento alternativo rispetto al credito bancario. Dopo le prime prove, nel corso del 2019 il rapporto di collaborazione si è ulteriormente rafforzato.

    Quali sono i vantaggi di CashMe per la vostra azienda?

    Siamo rimasti favorevolmente colpiti dalla flessibilità e velocità con cui vengono espletate le pratiche di cessione delle fatture. Ottimo anche il supporto a livello informativo. Dopo aver utilizzato la piattaforma per la cessione di alcune fatture dei nostri clienti storici e consolidati, ora stiamo pensando di allargare il raggio d’azione anche ai crediti commerciali pendenti verso altre società.

    Quanto è diffusa la conoscenza di questo strumento di finanza alternativa tra gli imprenditori, secondo lei?

    Molto più di quanto lo fosse un anno fa. A inizio 2019 parlare di cessione del credito pro-soluto era ancora visto come un’inutile complicazione. Oggi sta crescendo la conoscenza del sistema e dello strumento, anche nell'ottica di riequilibrare i rapporti in essere con le banche: finché queste ultime erano gli unici interlocutori sul mercato del credito l’imprenditore non aveva margine di manovra, ora che esistono soluzioni alternative abbiamo anche noi uno strumento in più di contrattazione.

    Non sei ancora cliente CashMe?

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  • Fattura elettronica e imprese: a che punto siamo

    Si avvicina l’introduzione dell’obbligo di fattura elettronica tra privati: diamo uno sguardo alle ultime novità normative e ai dati sulla diffusione tra le imprese.

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  • L’invoice trading: cos’è e come funziona la soluzione fintech per le imprese

    L’invoice trading continua a raccogliere adesioni con una tendenza continuamente in crescita.

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  • Le PMI e l’inarrestabile morsa del credit crunch

    La stretta creditizia bancaria non concede tregua alle PMI italiane: nonostante la ripresa, le banche continuano a frenare le erogazioni alle imprese.

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  • L’evoluzione “rosa” delle PMI italiane

    Le piccole e medie imprese italiane sono sempre più orientate alla crescita e all'integrazione di personale giovane e qualificato. Le donne in particolar modo, vincono in termini di competitività e reattività.

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  • Le PMI italiane tra opportunità digitali e difficoltà sistemiche

    Le PMI italiane trainano la ripresa economica e si preparano alla trasformazione digitale, ma sul comparto pesano ancora mancanza di credito, ritardi nei pagamenti e burocrazia.

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  • L’Internet of things nelle imprese

    Il settore dell’IoT sta divenendo sempre più determinante per le imprese dell’industria 4.0, definendo nuovi modelli di business e nuovi processi basati sulla dematerializzazione e sulla interconnessione.

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  • Il factoring cresce sempre di più in Italia

    Il factoring nelle sue diverse forme è un’opzione sempre più popolare tra le PMI alle prese con la stretta creditizia delle banche.

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  • Il credit crunch in Italia: le banche chiudono i rubinetti del credito alle imprese

    Il credit crunch, ovvero la contrazione delle erogazioni di prestiti da parte delle banche, verso le piccole e medie imprese rallenta la ripresa economica italiana.

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  • La fatturazione elettronica: l’Italia “risparmia” e diventa digital

    Le imprese italiane si orientano sempre di più verso la dematerializzazione e la standardizzazione dei processi, conseguenze di un’efficace integrazione delle tecnologie digitali.

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  • La piccola e media industria 4.0: in viaggio verso la digitalizzazione

    Continua a crescere il numero delle imprese italiane che ritengono di doversi dotare di un’efficace ed oramai imprescindibile strategia digitale per poter rimanere al passo con la concorrenza internazionale.

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  • Le PMI trainano la ripresa dell’economia

    Dopo anni di crisi per l’economia italiana, a partire dal 2015 le PMI del nostro Paese hanno contribuito a risollevare la situazione produttiva sistemica, ponendo le basi per il ritorno ad una crescita economica duratura

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  • Il factoring in Italia: come funziona la cessione del credito nel nostro Paese

    La cessione dei crediti tramite factoring consente alle PMI di accedere a liquidità immediata senza passare dalle banche: anche in Italia il settore cresce con diverse formule, tra cui l’invoice trading.

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  • Invoice trading: un finanziamento alternativo per l’anticipo fatture

    L’invoice trading consente alle imprese di monetizzare le proprie fatture cedendole a investitori privati, migliorando la solidità finanziaria della propria azienda e superando la stretta bancaria sul credito.

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  • Cessione dei crediti: anticipo fatture e factoring a confronto

    La cessione del credito consiste in un accordo con il quale il diritto a un credito, vantato solitamente tramite una frattura commerciale, viene ceduto dal detentore a una terza parte, che ne diventa il titolare. La pratica è disciplinata dall’articolo 1260 del Codice civile e seguenti, e può avvenire a titolo gratuito o a titolo oneroso: nel secondo caso il credito viene ceduto verso il pagamento di un corrispettivo dall’acquirente al creditore originario, che deve garantire di essere l’unico proprietario dello stesso.

    Anche le aziende possono cedere i propri crediti nell’esercizio dell’attività d’impresa a banche, ad intermediari finanziari oppure ad altri soggetti, purché il loro oggetto sociale non preveda altrimenti.

    La cessione del credito è l’istituto giuridico che sottende tanto l’anticipo fatture bancario quanto il factoring. Queste due attività tuttavia presentano molteplici differenze tra loro:

    Anticipo fatture

    L’anticipazione del credito tramite la cessione delle fatture rappresenta per le imprese un metodo efficace  per reperire liquidità, spesso per far fronte a momenti di crisi e spese straordinarie, senza dover ricorrere a un vero e proprio finanziamento bancario, oppure quando questo viene negato.

    Purtroppo già in fase d’accesso a questo strumento le piccole e medie imprese possono incontrare difficoltà a causa dell’atteggiamento sempre più prudenziale tenuto da molti istituti, già in notevoli difficoltà a causa degli oltre 200 miliardi di Euro di crediti in sofferenza oggi esistenti in Italia. Tali rifiuti inoltre finiscono per penalizzare maggiormente le PMI in un mercato del credito sempre più polarizzato dove le piccole imprese non ricevono più i capitali di cui avrebbero bisogno mentre le aziende di grandi dimensioni beneficiano spesso di tassi prossimi allo 0%   nonostante, secondo quando riportato da un’indagine della CGIA Mestre, l’80% delle sofferenze bancarie sia dovuto proprio a quelle di grandi dimensioni.

    Vediamo ora come funziona in dettaglio la cessione del credito: il contratto non necessita del consenso del debitore (purché non sia stato preliminarmente vietato) ma richiede la notifica della cessione allo stesso, in modo che sia messo in condizione di poter pagare al titolare corretto del credito.

    Solitamente è la banca a provvedere alla notifica, ma talvolta può essere direttamente il cedente a farsene carico, chiedendo poi al debitore di far pervenire l’accettazione al nuovo detentore del credito tramite moduli solitamente forniti dalla banca stessa, nel quale deve anche dichiarare che non sussistono vizi o impedimenti al pagamento. Una volta firmato il contratto, il cedente presenta la fattura tramite una distinta e chiede l’anticipazione del credito vantato, che la banca provvederà a liquidare sul conto corrente ordinario dell’impresa secondo le condizioni concordate.

    Solitamente le banche corrispondono un anticipo con uno scarto prudenziale tra il 20% e il 30% sul valore nominale della fattura: non incide solo la solvibilità del debitore, ma anche e soprattutto quella del cedente.

    La cessione del credito alla banca comporta inoltre l’apertura da parte di quest’ultima di un conto corrente transitorio, detto conto anticipi, sul quale vengono addebitati gli importi anticipati contestualmente all’accreditamento delle somme concordate sul conto corrente ordinario. Gli interessi a debito sono poi solitamente addebitati trimestralmente. Quando infine il debitore pagherà la fattura, l’importo sarà accreditato sul conto anticipi e la differenza tra la somma riscossa e quella anticipata viene quindi addebitata nel conto anticipi e accreditata sul conto dell’impresa tramite giroconto.

    Factoring

    Il factoring consiste in una combinazione di servizi finanziari e di gestione del credito che consentono ad una società di rafforzare sotto il profilo qualitativo e di valorizzare sotto quello finanziario il proprio portafoglio crediti e la propria capacità di penetrazione commerciale sul mercato.

    A differenza di altri prodotti, attraverso il factoring l’azienda è in grado di ottenere mediamente degli affidamenti e delle anticipazioni finanziarie più consistenti e di tipo rotativo.

    Con il factoring inoltre solitamente non sono ceduti singoli crediti, ma interi pacchetti di crediti commerciali presenti e futuri, con contratti vincolanti nel medio-lungo periodo.

    Proprio alla luce della perdurante contrazione delle erogazioni alle imprese da parte delle banche, nonostante qualche recente segnale positivo, non sorprende quindi che il ricorso al factoring da parte delle PMI sia aumentato: nel 2016 la crescita è stata del 7,8% nei primi dieci mesi, con una previsione complessiva del 5,58% per l’intero anno.

    Factoring

    Il funzionamento del factoring spiegato riassunto nella scheda di Borsa Italiana

    Entrambi i sistemi tuttavia, per quanto efficaci, presentano dei lati oscuri. Le procedure burocratiche spesso sono onerose in termini di tempo e poco snelle. I costi non sono sempre del tutto chiari e precisi.

    L’invoice trading, ovvero l’anticipo delle fatture tramite una piattaforma digitale come la nostra, vuole trovare una soluzione anche a questi problemi, consentendo di cedere i crediti online in maniera snella, veloce, flessibile, e soprattutto con costi certi.

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  • Cessione crediti e anticipo fatture per la tua azienda: istruzioni per l’uso

    La cessione dei crediti, di cui l’anticipo fatture bancario costituisce una specifica tipologia, è un’operazione che suscita l’attenzione delle PMI che necessitano di liquidità: esploriamo dunque modalità procedurali, opportunità e rischi di questa forma alternativa di finanziamento.

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  • Accesso al credito e obblighi fiscali delle PMI: l’indagine Unimpresa

    Con l’arrivo di dicembre si avvicinano le scadenze fiscali, e un numero crescente di imprese, per rispettare gli obblighi erariali, bussano agli sportelli bancari: cinque aziende su otto sono costrette a chiedere prestiti in banca. Secondo i dati raccolti da Unimpresa fra le 110.000 aziende sue associate, aggiornati al 30 ottobre scorso, oltre il 62% delle micro, piccole e medie imprese italiane è infatti stato costretto a ricorrere a un finanziamento nel primo semestre del 2016 per riuscire a pagare le tasse.  Quanto ai settori produttivi, gli operatori turistici, le piccole industrie e la grande distribuzione sono più esposti con le banche, risentendo maggiormente della pressione dei versamenti fiscali sugli immobili, Imu e Tasi in particolare. Ma è anche l’Irap a mettere in difficoltà molti imprenditori italiani, poiché l’imposta regionale sulle attività produttive si paga anche in assenza di utili, particolarità tutta italiana. Pesano poi sui bilanci delle imprese, anche i versamenti riguardanti Irpef e Ires.

    Guardando alle imminenti scadenze, l’acconto Ires è sicuramente il più impegnativo da onorare a novembre per le società di capitali. Sempre a novembre, inoltre, lavoratori autonomi e PMI verseranno l’addizionale regionale Irpef. A dicembre, invece, la voce più importante è rappresentata dalle tasse sulla casa, con i saldi Tasi e Imu. Sempre a dicembre inoltre è previsto il versamento dell’acconto Iva. Alle PMI che faticano a gestire gli esborsi legati alle tasse, le banche offrono quando va bene finanziamenti chirografari, e quando va peggio fidi per cassa, con il conseguente appesantimento degli oneri finanziari.

    [caption id="attachment_894" align="aligncenter" width="400"]L’Italia è in dodicesima posizione globale per il carico fiscale sulle imprese. Fonte: Forexinfo su dati World Economic Forum. L’Italia è in dodicesima posizione globale per il carico fiscale sulle imprese. Fonte: Forexinfo su dati World Economic Forum.[/caption]

    Come si legge sul rapporto del Centro studi di Unimpresa, l’aumento della pressione fiscale sulle imprese, in continuo aumento negli ultimi otto anni, genera un triplo effetto negativo sui conti e sulle prospettive di crescita delle aziende. Il primo è l’apertura di linee di credito destinate specificamente a coprire le imposizioni fiscali, invece di nuovi investimenti; ciò limita di per sé la natura stessa dell’attività di impresa. Il secondo problema sorge, poi, alla chiusura degli esercizi commerciali, quando il valore degli immobili posti a garanzia dei prestiti fiscali va decurtato in proporzione al valore dell’ipoteca, con una conseguente riduzione degli attivi di bilancio. Il terzo ostacolo riguarda l’eventuale, ma spesso altrettanto necessario, accesso ad ulteriori finanziamenti a diretto supporto del business aziendale: le società che hanno già chiesto un prestito per motivi fiscali possono presentare agli istituti di credito meno garanzie per accendere ulteriori prestiti, e vengono classificate con un rating più basso, che fa inevitabilmente impennare ulteriormente i tassi di interesse.

    Per tutti questi motivi, cresce il numero di PMI che necessitano di più percorsi paralleli di accesso al credito; una soluzione può dunque essere combinare il prestito acceso presso l’istituto bancario tradizionale con una forma di alternative financing come quella offerta dalla piattaforma online CashMe.

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  • Fatture in cloud: le migliori aziende sul mercato in Italia

    La gestione delle fatture digitali in cloud offre diversi vantaggi alle imprese, in particolare alle PMI. Presentiamo cinque tra i principali provider italiani, analizzando il funzionamento del servizio e tracciando una panoramica dei loro risultati in termini di pubblico e reputazione.

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  • Fatturazione elettronica tra privati: 5 cose da sapere

    Una panoramica essenziale sulla fatturazione elettronica: da come funziona al suo ruolo nella strategia digitale europea fino agli incentivi messi in campo dallo Stato e ai risparmi rispetto alla controparte cartacea.

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  • Fintech e banche: brevissima storia dell’innovazione finanziaria

    In pochi anni le nuove tecnologie sviluppate da un numero sempre crescente di startup hanno dato il via a un cambiamento radicale del mercato finanziario e hanno messo gli istituti bancari davanti alla necessità di un profondo rinnovamento.

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  • Invoice trading vs factoring: quali differenze?

    Sia invoice trading che factoring fanno parte di quella tipologia di finanza alternativa che vede nella cessione delle fatture lo strumento per garantire flussi di cassa continui alle imprese. Vediamo insieme quali sono le differenze.

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  • Fatturazione elettronica e PMI: è tempo di prepararsi

    Le imprese italiane sono ancora indietro sul processo di digitalizzazione, ma questo può offrire numerosi vantaggi a chi lo implementa per tempo

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  • L’invoice financing visto da un investitore: quanto rende e quali sono i vantaggi?

    Sinora molto abbiamo detto riguardo ai vantaggi che una PMI può ottenere grazie all’utilizzo dell’invoice financing o di piattaforme di finanza alternativa in generale.

    Oggi vogliamo invece puntare l’attenzione su quali sono gli elementi di interesse in questo genere di attività nell’ottica di un investitore, ovvero di quei soggetti che comprano le fatture.

    Ma facciamo un passo indietro. Dove sta il rendimento per l’investitore che intende acquistare crediti commerciali?  Per spiegarlo proponiamo un breve esempio: la PMI Alpha vanta un credito di € 100.000 nei confronti della grande azienda Beta, che può essere, per esempio, uno dei principali gruppi dell’automotive italiano. Alpha ha necessità di cassa, decide quindi di vendere il credito attraverso una delle piattaforme di invoice financing disponibili sul mercato. L’investitore Gamma, che ha aderito alla piattaforma, nota il credito in asta e lo reputa confacente al proprio profilo di rischio/rendimento. L’investitore decide quindi di comprare il credito ad un prezzo pari, ad esempio, ad € 97.000. A questo punto l’investitore, diventato pieno titolare del credito, attende la scadenza della fattura ed incassa regolarmente il saldo di € 100.000 da Beta, marginando quindi sullo spread (i.e. differenza) tra il valore nominale del credito ed il suo prezzo di acquisto.

    Ma perché un investitore dovrebbe preferire l’acquisto di crediti commerciali rispetto ad altre asset class più comuni scambiate sul mercato?

    In CashMe non riteniamo che i crediti commerciali siano un’asset class sostitutiva rispetto a quelle più diffuse, ma li riteniamo piuttosto un’asset class alternativa, ovvero un ottimo integrativo del portafoglio all’interno del quale nei prossimi anni acquisirà una quota sempre più importante, fino a raggiungerne il 5%/10% per gli investitori più professionali. Vediamo perché.

    Elevati rendimenti ed ottimo rapporto rischio/rendimento

    L’acquisto di crediti commerciali consente di ottenere rendimenti nell’ordine del 5% - 12%, a fronte di un rischio individuato, in termini di probability of default, inferiore al 2% con riferimento alle aziende debitrici.

    Tale rendimento rappresenta il range di tasso medio ottenuto da investitori che hanno deciso di allocare parte delle proprie risorse attraverso piattaforme di invoice financing internazionali. Il dato si sta dimostrando accurato anche per quanto riguarda le esperienze italiane, ed il seguente prospetto estratto dal Bollettino Statistico di Banca d’Italia dimostra il perché.

      invoice financing  

    In Italia nel primo trimestre del 2016, certifica Banca d’Italia, le PMI hanno pagato in media un tasso dell’8,26% ed del 10,38% per ottenere finanziamenti attraverso anticipo fatture, salvo buon fine ed operazioni a revoca per importi inferiori ai € 250.000. Questa però spesso non è l’unica voce di costo che una PMI deve sostenere quando si reca in banca per finanziare il capitale circolante. Infatti, come molti studi hanno ormai ampiamente dimostrato, le banche tradizionali aggiungono una serie di costi, commissioni e penali che portano il tasso ad accrescere per un valore anche fino al 4% - 6% all’anno.

    Diversificazione e decorrelazione

    L’inserimento di una quota di crediti commerciali nel portafoglio consente di diversificare il rischio e ne attenua la volatilità. I tassi di interesse applicati ad operazioni autoliquidanti infatti, come si evince dal tool Base Dati Statistica fornito da Banca d’Italia, presentano un andamento quasi totalmente decorrelato dai mercati finanziari, oscillando in maniera strutturale tra il 7% ed il 9%. Ciò garantisce agli investitori un ritorno stabile nel tempo.

    Bassa duration

    Seppur allo stato attuale non esiste un mercato secondario dei crediti commerciali, che pertanto non sono immediatamente liquidabili, la loro duration è molto bassa: in media tra i 60 e 90 giorni. Se comparati ad asset class di pari durata, risulta evidente l’appetibilità di questa nuova forma di investimento.

      invoice financing

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  • Ritardo nei pagamenti: l’analisi di Euler Hermes

    I tempi di pagamento tra le imprese restano stabili, ma l’Italia si conferma uno dei fanalini di coda su scala mondiale.

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  • Finanza alternativa e PMI: le previsioni di 5 leader del fintech

    Conoscenza degli strumenti a disposizione, rapporto diretto con il cliente e disintermediazione sono solo alcune tra le sfide future su cui le piattaforme di finanza alternativa potranno coinvolgere maggiormente le PMI, nelle parole di cinque leader del fintech nazionale e globale.

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  • Finanza alternativa: invoice financing e p2p lending, quale scegliere?

    Quale strumento di finanza alternativa, tra invoice financing e p2p lending, si adatta meglio agli obiettivi di finanziamento delle piccole e medie imprese?

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  • Imprese a rischio default: un’Italia a due velocità secondo Cerved Group

    Per la prima volta dal 2011 il numero di upgrade nei profili di rischio delle imprese torna a superare quello di downgrade secondo il Cerved Group Score, ma il totale delle imprese a rischio default resta superiore a quelle sicure.

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  • Ritardo nei pagamenti: a rischio la sopravvivenza di un terzo delle PMI

    Secondo i risultati dell’European Payment Report elaborato da Intrum Justita oltre un terzo delle piccole e medie imprese europee potrebbero andare incontro alla chiusura a causa del ritardo nei pagamenti, mentre un quarto di esse potrebbe vedersi costretta a licenziare una parte del personale. Non va meglio la situazione nel nostro Paese.

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  • Fatture non pagate: con noi l’azione legale è gratuita

    Gli investitori che acquistano fatture sulla nostra piattaforma dispongono di un supporto legale in caso di fatture non pagate, grazie all’accordo stipulato tra CashMe e Axist.

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  • Banche e credito: in Italia i costi più alti d’Europa

    Le spese operative degli istituti di credito tradizionali nel 2014 hanno raggiunto il valore di 49,5 miliardi di euro (1,83% del totale delle attività). Dal 2008, le commissioni sono cresciute dell’11%.  

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  • Fatturazione elettronica per le imprese: cinque cose da sapere

    Anche nel nostro Paese cresce il ricorso alle fatture in formato digitale: secondo il Politecnico di Milano ognuna permette di risparmiare fino a 8,2 Euro rispetto al cartaceo.

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  • Finanziamenti PMI: in finanza alternativa nessun cliente è di serie B

    I risultati dell’ultima indagine semestrale BCE sul rapporto tra banche e piccole e medie imprese, europee e italiane, e le prospettive per il medio periodo.  

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  • PMI italiane e innovazione: cosa manca per il salto di qualità

    Secondo il “Rapporto 2016 Cotec-Chebanca!” a cura del Censis le PMI si confermano il driver della ripresa del Paese, ma per la loro crescita effettiva restano ancora almeno due importanti gap da colmare.

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  • Finanziamenti PMI: la finanza alternativa contro la stretta del credito

    Le conseguenze della riduzione dei finanziamenti bancari alle PMI e le soluzioni offerte dalla finanza alternativa per ottimizzare il flusso di cassa delle imprese.

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  • Invoice financing: l’anticipo fatture online piace agli investitori

    Crescono in tutto il mondo gli investimenti di Venture Capital nelle startup fintech attive nel settore dell’invoice financing e anticipo fatture online. Le ultime notizie sul nostro blog.

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  • Imprese: i consigli degli esperti per la gestione di cassa

    Il successo delle imprese si basa sempre di più su una riserva di liquidità adeguata. Sul nostro blog trovate alcuni consigli di esperti per migliorare la gestione di cassa e gestire al meglio l’incasso delle fatture.

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  • Finanziamenti alle PMI: via libera al credito alternativo

    Dalla CNA una proposta condivisibile per sostenere il finanziamento alternativo delle PMI attraverso il ricorso a piattaforme fintech innovative, a fronte della contrazione del credito bancario.

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  • Invoice Financing: l’anticipo fatture ora si fa online

    Sicuro e conveniente, l’invoice financing online offre nuove opportunità alle piccole e medie imprese per monetizzare subito le proprie fatture.

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  • Finanziamenti alle PMI: cosa pensano gli imprenditori della finanza alternativa

    Secondo una ricerca Amicus Finance il mercato della finanza alternativa per le Piccole e Media Imprese in UK è raddoppiato nell’ultimo anno. Al secondo posto le piattaforme di invoice finance. Ecco quali sono le previsioni degli imprenditori.  

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  • Anticipo fatture dalla banca: come fare in caso di rifiuto

    Anticipo fatture dalla banca: come funziona, quali sono le tempistiche

    L’anticipo fatture è una forma di finanziamento a breve termine per le PMI. Consiste solitamente nell’anticipo dell’importo delle fatture da parte di una banca. Nel linguaggio bancario questa operazione è definita comunemente “Fido per Anticipo Fatture” o, in gergo, “Castelletto bancario”. L’anticipo fatture può avvenire nelle forme di mandato all’incasso, o cessione del credito a titolo definitivo.

    Se da un lato non vi sono limiti di importo delle fatture per cui si richiede l’anticipo, il fido contrattato con la banca può prevedere un tetto massimo consentito ed è possibile che l’anticipo non copra l’intera somma delle fatture.

    [caption id="attachment_496" align="alignright" width="983"]anticipo fatture banca I tre motivi per cui una banca potrebbe rifiutare l'anticipo fatture[/caption]

    L’anticipo fatture da parte di una banca nei confronti di una PMI ha come obiettivo quello di consentire a un’impresa di ricevere liquidità immediata, senza aspettare il momento dell’incasso effettivo dei crediti commerciali pendenti.

    L’anticipo viene infatti accreditato dalla banca su fatture emesse e non ancora incassate né scadute. E' possibile estinguerlo sia prima della scadenza, pagando di tasca propria, sia chiedere una proroga qualora l’incasso non avvenga nei tempi previsti per insolvenza del debitore.

     

    Intesa Sanpaolo, Unicredit: come funziona l’anticipo fatture delle principali banche italiane

    La banca anticipa la quota che l’impresa si impegna a restituire entro la scadenza della fattura, dietro pagamento di interessi e commissioni che variano da istituto a istituto.

    A offrire questo servizio sono quasi tutti le principali banche italiane. Ad esempio Intesa Sanpaolo offre un servizio di anticipo fatture sia in filiale sia via web. Unicredit richiede di prenotare un appuntamento in filiale dove verranno presentate le fatture, mentre Banca Ifis offre un servizio che si estende anche al di fuori dei confini nazionali, rivolto alla clientela nazionale e internazionale.

    In tutti i casi l’operazione è subordinata alla presenza di un conto corrente nella medesima banca in cui si presenta la richiesta.

    Perché una banca dovrebbe rifiutare l’anticipo fatture?

    Alcuni istituti di credito potrebbero rifiutare un anticipo su fatture emesse nei confronti di clienti dell’impresa ritenuti non affidabili, perché protestati o notoriamente insolventi.

    Ugualmente il fido per anticipo fatture, si legge nei fogli informativi di alcuni istituti, potrebbe essere rifiutato in caso di un peggioramento della situazione debitoria dell’impresa richiedente il fido.

    L’anticipo fatture potrebbe diventare un’impresa difficile, quando non impossibile, in caso di aziende e PMI di nuova costituzione, soprattutto quando si tratta di importi elevati.

    Come riportato in un articolo del Sole 24Ore, il tasso del fido può subire variazioni al rialzo in base a mutate condizioni di mercato, quando non essere penalizzato dal fatto di avere tra i propri clienti la Pubblica Amministrazione, solitamente un pagatore poco affidabile quando si tratta di puntualità. Infine, le commissioni (almeno tre, secondo un articolo di Lettera 43, oltre al tasso base di sconto) collegate a questa forma di finanziamento sono spesso difficili da individuare e solo talvolta percepite al momento dell’estratto conto.

    Cosa fare quando una banca rifiuta l’anticipo fatture

     

    Le imprese che si sono viste rifiutare l’anticipo delle fatture da parte delle banche possono oggi rivolgersi a una piattaforma di invoice financing, come CashMe, per cedere subito i propri crediti commerciali a investitori qualificati.

    Le piattaforme di invoice financing consentono alle PMI di cedere le fatture a investitori professionali in base a un sistema competitivo di aste online grazie al quale la fattura, non ancora incassata, né scaduta, viene venduta al miglior offerente.

    A differenza degli istituti di credito, la vendita della fattura su una piattaforma di invoice trading non dipende particolarmente dal merito creditizio dell’azienda che cede i crediti commerciali ma soprattutto dal livello di solvibilità del debitore.

    Inoltre i costi sono estremamente chiari fin da subito, e ciò consente di evitare sorprese inaspettate.

    Non sei ancora cliente CashMe?

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  • Pagamenti alle imprese: disastro pubblica amministrazione, bene la finanza

      Il report Studio Pagamenti realizzato da CRIBIS D&B descrive la situazione dei pagamenti alle imprese italiane: diminuiscono i ritardi gravi, ma solo un’impresa su otto della pubblica amministrazione rispetta le scadenze di pagamento.  

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