Chi siamo
Come funziona
Digital reverse
Vantaggi
Blog
030 8085393
Contattaci
Login
Registrati

Ricerca

Tag: ritardo pagamenti
  • Pagamenti alle imprese: la situazione dell’Italia rispetto agli altri Paesi europei

    Quattro su dieci: è il numero medio di imprese italiane che dichiarano di ricevere pagamenti puntuali al termine del primo trimestre 2023, in lieve peggioramento rispetto al trimestre precedente (40,8% vs 40,9%) ma in netto miglioramento rispetto all'ultimo trimestre di un anno fa quando erano al 38,5% del totale. Crescono, seppur di poco, i ritardi superiori ai 30 giorni, attestati al 9,5% del totale.

    Sono questi i dati principali che emergono dalla XIX edizione dello Studio Pagamenti di Cribis, realizzato con il contributo del partner Dun & Bradstreet e presentato alcuni giorni fa a Milano nel corso di un evento in collaborazione con il Corriere della Sera, e che dimostrano quello che è già da tempo un fenomeno consolidato: Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto si confermano le regioni con la maggior percentuale di pagamenti regolari (oltre il 48%), mentre Sicilia e Calabria si attestano in fondo alla classifica.

    Tra i vari settori oggetto di indagine emerge come le imprese che denunciano i maggiori ritardi nei pagamenti siano quelle del settore trasporti, con una crescita dell'8,2% rispetto al trimestre precedente e addirittura del 54% rispetto alla fine del 2022 per le fatture saldate oltre i 30 giorni di attesa. Al secondo posto si collocano le industrie chimiche e della ceramica, mentre Grande Distribuzione, Distribuzione Organizzata, Energy & Telco sono i settori dove le aziende hanno visto una riduzione di oltre il 20% dei ritardi più gravi, recuperando ampiamente il gap generato dalla crisi pandemica ed economica.

    A un livello più ampio, spiace constare come l'Italia rimanga ampiamente indietro rispetto alle performance degli altri Paesi avanzati: a fronte di una puntualità del 40% di quelle italiane, le imprese francesi e spagnole dichiarano percentuali vicine al 50% mentre al primo posto in termini di rapidità di incasso si collocano Danimarca con il 91%, seguita da Polonia, Ungheria e Olanda con oltre il 70% di pagamenti puntuali. Spicca, in questo scenario, il caso portoghese, dove l'incremento dei pagamenti puntuali rispetto alla fine del 2021 è stato dell'ordine del 20%: segnale che importanti progressi possono essere raggiunti su questo fronte, soprattutto in un momento in cui inflazione e aumento dei costi di finanziamento impongono alle aziende una maggiore prudenza nella gestione dei flussi di cassa e nelle modalità di accesso alla liquidità.

    Leggi l'articolo

  • Pagamenti in ritardo: le imprese alla ricerca di soluzioni alternative

    Problemi di pagamento dei propri fornitori e dipendenti, riduzione della liquidità, diminuzione del valore reale dei crediti riscossi in ritardo in periodo di inflazione: queste sono alcune delle potenziali conseguenze derivanti dal ritardo sistematico dei pagamenti nei confronti delle imprese, un fenomeno che secondo l'ultima indagine di CNA può essere considerato "endemico" al sistema economico italiano.

    Secondo l'indagine, svolta su un campione nazionale, il 55,1% delle aziende denuncia ritardi ricorrenti nei pagamenti delle fatture da parte di altre imprese del settore privato, mentre la percentuale scende al 44,6% quando si tratta di pubblica amministrazione. Drammatica, in particolare, la situazione al Sud dove la quota dei ritardi raggiunge l'80% delle piccole imprese.

    Il ritardo nei pagamenti, come anticipato all'inizio dell'articolo, provoca delle conseguenze negative sulla salute finanziaria delle imprese e costringe gli imprenditori a impegnarsi ulteriormente per garantire il fabbisogno di liquidità: il 21,9% di essi aumenta la propria esposizione debitoria nei confronti delle banche, il 16,9% riduce la crescita, il 16,1% rinuncia del tutto o in parte agli investimenti, mentre il 10,7% distrae risorse dall'attività produttiva per destinarle alle operazioni di recupero dei crediti.

    Negli ultimi anni, tuttavia, il progresso della tecnologia ha consentito a molti imprenditori di servirsi di strumenti finanziari complementari a quelli delle banche per poter ovviare alla carenza di liquidità. Non è un caso, infatti, che secondo l'Osservatorio Supply Chain del Politecnico di Milano tutte le soluzioni di finanziamento del capitale circolante siano andate incontro a un'importante crescita nel corso dell'ultimo anno, con l'invoice trading che da solo ha fatto registrare percentuali di crescita del 90% nel solo 2022.

    L'invoice trading, in particolare, offre alle aziende la possibilità di ottenere liquidità immediata dalla cessione pro soluto delle fatture commerciali. Rivolto prevalentemente a piccole e medie imprese caratterizzate da business ad andamento stagionale, da rilevanti variazioni di fatturato e possibili carenze di liquidità per ritardi nei pagamenti o per esaurimento dei fidi bancari disponibili, l'invoice trading rappresenta una soluzione flessibile, immediata e innovativa rispetto a problemi che gravano da anni sulle sorti di qualunque azienda italiana.

    Sebbene l’indagine di CNA sia rivolta prevalentemente al mondo delle piccole imprese, non è un mistero che i ritardi dei pagamenti siano trasversali rispetto alle aziende di ogni fatturato e dimensione, anche se questo fenomeno colpisce con particolare virulenza le PMI: per questo motivo noi di CashMe abbiamo sviluppato dei servizi di invoice trading e digital reverse costruiti su misura per rispondere proprio al fabbisogno di liquidità degli imprenditori di imprese di piccole e medie dimensioni, accompagnandoli in tutto il processo di cessione online dei crediti commerciali tramite il supporto di consulenti dedicati.

    La cessione dei crediti pro soluto tramite invoice trading non è, ovviamente, la soluzione a tutte le situazioni di ritardo dei pagamenti, né può essere considerata la soluzione definitiva per un’impresa in grave crisi di liquidità: essa rappresenta tuttavia un’opzione in più nella disponibilità degli imprenditori, consentendo a questi ultimi di proseguire nella loro attività senza ulteriori ritardi, risparmiando tempo e soprattutto risorse mentali rispetto alle ben più onerose e complesse procedure di recupero crediti.

    Leggi l'articolo

  • Imprese e ritardo nei pagamenti: l’impatto della guerra secondo Cribis

    I dati dell'ultimo Studio Pagamenti di Cribis sui ritardi dei tempi di pagamento delle imprese italiane, confrontati con il resto d'Europa, e i settori maggiormente colpiti dalla pandemia e dalla guerra in corso.

    Leggi l'articolo

  • PMI e ritardo dei pagamenti: i settori ancora in difficoltà

    Secondo quanto si legge nel rapporto Cerved sulle PMI sarebbero numerosi i settori e le aziende ancora in crisi di liquidità, nonostante le buone prospettive di ripresa economica per il settore delle PMI italiane.

    Leggi l'articolo

  • PMI e pagamenti in ritardo: prima inversione di tendenza

    Secondo l'ultimo studio Cribis i tempi di pagamento delle fatture delle PMI italiane sono ancora ampiamente superiori rispetto a quelli registrati a fine 2019. La situazione non tornerà alla normalità ancora per un altro anno almeno, secondo gli autori della ricerca.

    Leggi l'articolo

  • Fatture non pagate: la nuova geografia dei pagamenti dopo il 2020

    Come cambiano i tempi di pagamento delle fatture delle imprese italiane dopo il 2020, secondo gli ultimi dati elaborati da Cribis nel suo studio annuale, e quali sono le possibili alternative ai ritardi più gravi.

    Leggi l'articolo

  • Vendite a credito e pagamenti dilazionati: PMI sempre più sotto pressione

    Mentre raddoppia la percentuale di PMI che accetta pagamenti delle fatture oltre i 90 giorni, cresce in maniera significativa la percentuale di quelle che ricorrono alla vendita a credito verso il mercato domestico.

    Leggi l'articolo

  • Ritardi nei pagamenti delle fatture: dall’Italia al resto del mondo

    Quali sono i tempi di pagamento delle fatture nei vari Paesi del mondo e in che modo le imprese stanno provando a reagire grazie all’aiuto del fintech.

    Leggi l'articolo

  • PMI: il ritardo nei pagamenti rallenta la ripresa post-Covid

    Secondo un report di Anima, federazione della meccanica varia, i ritardi nei pagamenti si aggiungono alla difficoltà di accesso al credito bancario nel frenare la ripresa delle aziende nel post-Covid

    Leggi l'articolo

  • Imprese a rischio default: un’Italia a due velocità secondo Cerved Group

    Per la prima volta dal 2011 il numero di upgrade nei profili di rischio delle imprese torna a superare quello di downgrade secondo il Cerved Group Score, ma il totale delle imprese a rischio default resta superiore a quelle sicure.

    Leggi l'articolo

  • Ritardo nei pagamenti: a rischio la sopravvivenza di un terzo delle PMI

    Secondo i risultati dell’European Payment Report elaborato da Intrum Justita oltre un terzo delle piccole e medie imprese europee potrebbero andare incontro alla chiusura a causa del ritardo nei pagamenti, mentre un quarto di esse potrebbe vedersi costretta a licenziare una parte del personale. Non va meglio la situazione nel nostro Paese.

    Leggi l'articolo

  • Pagamenti alle imprese: disastro pubblica amministrazione, bene la finanza

      Il report Studio Pagamenti realizzato da CRIBIS D&B descrive la situazione dei pagamenti alle imprese italiane: diminuiscono i ritardi gravi, ma solo un’impresa su otto della pubblica amministrazione rispetta le scadenze di pagamento.  

    Leggi l'articolo