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Tag: anticipo fatture
  • Factoring, anticipo fatture, ma non solo: come funziona il mercato del supply chain finance italiano

    Resiste l'inflazione, i tassi di interesse calano troppo lentamente, l'accesso al credito bancario diventa sempre più problematico: non è un caso che in uno scenario di questo tipo cresca l'interesse verso le soluzioni di supply chain finance da parte soprattutto delle piccole e medie imprese, le più colpite dallo scenario avverso di questi ultimi mesi.

    Secondo i dati dell'Osservatorio Supply Chain Finance della School of Management del Politecnico di Milano, le soluzioni più diffuse quando si tratta di credito di filiera restano il factoring, per un valore totale di 60,4 miliardi di euro, e l'anticipo fatture, per un valore di 54 miliardi di euro, entrambi stabili rispetto ai valori raggiunti nel 2022. Al terzo posto segue, da lontano, il reverse factoring con 8,9 miliardi di euro di valore e una crescita del 10% anno su anno.

    Distanziati, ma in forte crescita, risultano essere il Dynamic Discounting (+32%, valore totale 700 milioni di euro), l'invoice trading (+24%, 500 milioni di euro), la Carta di Credito B2B (+13%, a quota 3,5 miliardi di euro) e il Purchase Order Finance (+1%, per 1,1 miliardi di euro totali). Cala, seppur solo del 2%, il Confirming (1,6 miliardi di euro di valore nel 2023). Strumenti alternativi, questi ultimi, capaci di fornire un accesso agevolato alla liquidità in maniera più flessibile e spesso più tecnologicamente avanzata dei fornitori di servizi maggiori.

    Rimane ampio, tuttavia, il potenziale di crescita del mercato del supply chain finance: su un valore totale di 130 miliardi di euro coperti dalle soluzioni esistenti, il valore totale del mercato potenziale del credito di filiera si colloca nel 2023 in una forbice compresa tra i 563 e 575 miliardi di euro di crediti commerciali, segnale di un possibile bisogno inevaso dalle soluzioni più diffuse (factoring e anticipo fatture, non a caso stabili anno su anno) e che potrebbe beneficiare di servizi e piattaforme alternative.

    Il problema, se così si può chiamare, è anche di tipo informativo: dall'indagine del Politecnico emerge come le piccole e medie imprese italiane esprimano una forte necessità di trovare nuove soluzioni di finanziamento, ma siano al tempo stesso poco consapevoli delle opportunità offerte dal supply chain finance. In uno scenario che le vede fare i conti con un ciclo di cassa molto lungo (103 giorni in media) e che le espone e una notevole vulnerabilità finanziaria, la velocità, flessibilità e l'assenza di segnalazioni in centrale rischi di strumenti come l'invoice trading offerto da piattaforme come CashMe possono venire in aiuto, soprattutto per chi è a corto di liquidità e non ha tempo di aspettare una risposta dai fornitori di servizi finanziari che non hanno saputo adeguarsi alle nuove esigenze.

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  • Prestiti alle PMI in calo, l’anticipo fatture immediato una soluzione alternativa

    La crescita ininterrotta dei tassi di interesse della banca centrale, le nuove regolamentazioni del settore bancario, la residua disponibilità di liquidità in cassa: queste sono le tre possibili cause all'origine dell'ultima "gelata" dei prestiti del settore bancario alle aziende, che ha portato il nostro Paese all'ultimo posto in Europa per due mesi consecutivi per quanto riguarda l'erogazione di finanziamenti.

    Meno prestiti, meno investimenti: il rischio credit crunch per le PMI

    Quale che sia la causa, è un dato di fatto che a luglio 2023 il credito alle imprese abbia registrato l'ennesimo calo su base annua del 3,7, rafforzando ulteriormente la frenata del 2,7% già fatta intravvedere a giugno. Eppure, a livello europeo, il problema sembra essere ampiamente sotto controllo, con una crescita del 2,2% trainata soprattutto dai risultati di Germania e Francia (rispettivamente + 5% e +4,6%).

    Il calo dei prestiti alle imprese va di pari passo, come spesso accade in questi contesti, con il calo della fiducia: ad agosto, l'indice della fiducia è sceso ai minimi da novembre 2022 (106,8 rispetto al precedente 108,9) a fronte di una sostanziale stabilità della fiducia dei consumatori. In calo dello 0,6% anche il fatturato dell'industria nel secondo trimestre 2023, secondo gli ultimi dati resi disponibili dall'Istat.

    Che la flessione dei prestiti alle imprese sia determinata più dalla domanda che dall'offerta è materia oggetto di dibattito, ma che poco cambia alle previsioni di medio periodo. Minori prestiti significano anche meno investimenti, e non vi sono segnali che la tendenza possa invertirsi a breve a fronte di un ulteriore inasprimento dei criteri di accesso al credito in un Paese dominato dalla presenza di PMI, sottocapitalizzate rispetto alle imprese di dimensioni maggiori e di conseguenza soggette a un rating solitamente inferiore.

    L’anticipo fatture veloce con l’invoice trading per sbloccare subito la liquidità

    Non mancano tuttavia, a fronte di questa logica implacabile, strumenti di finanziamento alternativo con cui compensare anche solo momentaneamente il venir meno dei prestiti bancari a condizioni favorevoli: un esempio in questo senso viene dall'invoice trading online, che fornisce un anticipo fatture immediato alle piccole e medie aziende in crisi di liquidità senza la richiesta di ulteriori garanzie. L'invoice trading su piattaforme come CashMe, infatti, consente di cedere i propri crediti commerciali in forma pro-soluto a investitori istituzionali qualificati, senza generare indebitamento a differenza di quello che avviene nell'anticipo fatture "tradizionale" di impronta bancaria.

    L'invoice trading, in particolare, si rivela una soluzione particolarmente utile in un Paese come l'Italia dove i tempi di pagamento delle aziende risultano essere in peggioramento anno su anno, come emerso dallo Studio Pagamenti di Cribis. Riduzione del credito e allungamento dei tempi di pagamento possono generare conseguenze negative per la salute finanziaria di un'azienda, compromettendo ulteriormente il suo rating bancario e le sue possibilità di ottenere accesso al credito in futuro quando i tassi ricominceranno a scendere: la cessione pro-soluto delle fatture consente infatti di sbloccare liquidità entro breve tempo, alimentando i flussi di cassa e trasferendo interamente il rischio di insolvenza all'acquirente.

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  • Osservatorio Supply Chain Finance: l’invoice trading in crescita del 90% anno su anno

    Oltre il 90% anno su anno: è la crescita di valore dell'invoice trading online secondo quanto emerge dai dati dell'ultimo Osservatorio Supply Chain Finance della School of Management del Politecnico di Milano, che ha stimato come l'intero settore del Supply Chain Finance abbia raggiunto un valore complessivo compreso tra i 525 e i 585 milioni di euro (rispetto ai 509 miliardi del 2021).

    A crescere, in particolare, il settore dell'invoice trading online in cui opera CashMe SPA, che ha raggiunto uno dei picchi più alti di sempre secondo quanto emerge dai dati storici, anche grazie a un contesto di crescita generalizzata dei costi di acquisto e produzione e dei tassi di interesse che rendono particolarmente vantaggioso per le piccole e medie imprese ottenere liquidità tramite la cessione pro soluto dei crediti commerciali senza, soprattutto, generare ulteriore indebitamento.

    Insieme all'invoice trading sono segnalati in crescita anche tutti gli altri settori del comparto, per una copertura totale del 22-25% del valore totale del settore. Ai primi posti il factoring, con una crescita del 5% verso quota 60,4 miliardi di euro, seguito dall'anticipo fatture a 55 miliardi di euro (+16%) e in terza posizione dal reverse factoring a 8,1 miliardi di euro (+13%). Bene anche le carte di credito B2B (2,4 miliardi, +19%), il confirming (1,6 miliardi di euro, +38%), il purchase order finance (1,03 miliardi, +2%) e il dynamic discounting (500 milioni di euro, +83%).

    Se nel 2021 l'invoice trading era stato l'unico comparto a segnare un segno meno nei volumi di crescita, nel 2022 la classifica si è completamente ribaltata con un aumento del 90% e uno dei valori massimi raggiunti secondo le medie storiche. Da notare, quest'anno, il ritorno a una crescita in doppia cifra dell'anticipo fatture dopo lunghi periodi di stasi. "Il Supply Chain Finance si sta affermando sempre più come strumento strategico per le imprese, soprattutto per piccole e medie, per la gestione della liquidità, ma anche per il miglioramento delle prestazioni di sostenibilità e la mitigazione del rischio di filiera" il commento di Federico Caniato, direttore dell'Osservatorio Supply Chain Finance.

    Tra i trend individuati dall'Osservatorio un paio sono già in pieno svolgimento: quello della sostenibilità, dove i clienti e fornitori sono sempre più sottoposti a una valutazione che incorpora anche le prestazioni ESG, e quello del Risk Management, secondo il quale gli strumenti di supply chain finance diventano sempre più un utile alleato per la gestione dei rischi e la fornitura tempestiva di capitale circolante a sostegno della "salute finanziaria" di tutta la filiera. "L’ecosistema del supply chain finance sta evolvendo e le piattaforme sono diventate il principale strumento attraverso cui i diversi provider collaborano e creano valore per le imprese e le filiere” il commento conclusivo di Antonella Moretto, direttrice dell’Osservatorio.

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  • PMI, rating e bilancio: un esempio di cessione pro-soluto con l’invoice trading

    Migliorare il rating bancario, riducendo il credito commerciale dell'azienda verso i propri clienti senza aprire nuova passività, riducendo di conseguenza il capitale circolante e la Posizione Finanziaria Netta: sono questi i principali benefici che l'utilizzo di servizi di invoice trading - come quello offerto dalla piattaforma di CashMe - consentono di ottenere in tempo per la chiusura del bilancio di fine anno.

    Un esempio concreto di come l’invoice trading può migliorare la condizione di un’impresa

    Si prenda l'esempio di una tipica piccola e media impresa italiana, attiva nel settore della fabbricazione di macchine per l’industria alimentare, che fattura annualmente 30 milioni di euro e dispone di linee capienti per finanziare il proprio capitale circolante nel corso dell’anno.

    Attraverso la cessione pro soluto di un pacchetto di crediti commerciali, nel nostro esempio 1 milione di euro, tramite invoice trading, l’azienda ottiene il risultato di deconsolidare da bilancio il 90% del valore nominale di crediti ceduti (- 900 mila euro dalla voce di stato patrimoniale “crediti verso clienti”), che non si trasforma in debito finanziario ma in disponibilità liquide (+900 mila euro in “disponibilità liquide”).

    Un esempio concreto di cessione del credito pro-soluto tramite invoice trading online.

    Di seguito, ecco i principali vantaggi che ha ottenuto la società sopra menzionata della cessione dei crediti pro-soluto per il bilancio della propria impresa:

    • Miglioramento della Posizione Finanziaria Netta. La PFN è uno dei principali indicatori utilizzati per valutare la solvibilità di un’impresa e la trasformazione di un credito in disponibilità liquida, riduce la PFN, contribuendo al miglioramento del rating bancario.
    • Rispetto dei covenants. Migliorare la PFN e il Cash Flow sono tra le condizioni di base per il rispetto dei covenants e il mantenimento delle linee di finanziamento acquisite da investitori e istituti bancari
    • Riduzione del capitale circolante. Diventare più efficiente nella gestione del cash flow è una attività che genera grande valore per l’azienda. Oltre eventualmente a promozioni finali per “svuotare” il magazzino, sono proprio i servizi di invoice trading e factoring che possono migliorare il cash flow, donando un’immagine di maggiore salute al bilancio.
    • Miglioramento della percentuale di utilizzo delle linee bancarie. Non comparendo in centrale rischi, l’operazione di invoice trading permette di abbassare il rapporto tra “utilizzato” e “accordato” da parte degli istituti bancari che è un indice molto rilevante per gli algoritmi bancari che elaborano il rating.*
    • Miglioramento della “durata media dei crediti”. La cessione pro soluto, impatta positivamente anche questo indice trasformando un credito commerciale in disponibilità liquida.
    • Miglioramento del ROI. Finanziando i propri crediti in modalità pro soluto, negli ultimi mesi prima della chiusura del bilancio, ci sarà un miglioramento per la redditività e quindi un altro ottimo indicatore per il rating della impresa.

    *tendenzialmente un rapporto di utilizzo sopra il 70% penalizza il rating della società analizzata.

    Come funziona l'invoice trading online

    L'invoice trading consente quindi di cedere crediti commerciali online ricevendo nell'arco di pochi giorni liquidità immediata da investitori istituzionali qualificati in modalità pro soluto. A differenza dell'anticipo fatture bancario, inoltre, la cessione è a titolo definitivo senza ulteriore indebitamento per l'impresa. A differenza del factoring, infine, i crediti cedibili possono essere scelti in maniera flessibile e senza impegni a lungo termini con la piattaforma che fornisce il servizio di invoice trading.

    Uno servizio, quindi, tanto più utile quanto più si avvicinano le scadenze di fine anno e tanti imprenditori devono fare i conti con un contesto economico aggravato dalle conseguenze della pandemia, del rincaro dei prezzi delle materie prime e del conflitto in corso: un servizio, l'invoice trading, pensato anche per queste situazioni di emergenza e utilizzabile in maniera complementare ai tradizionali finanziamenti bancari o di mercato, nell'ottica di migliorare il proprio rating in una prospettiva di medio e lungo periodo.

    L'invoice trading per migliorare bilancio e rating bancario

    Il rating bancario è un indicatore rappresentativo della probabilità di fallimento di un'azienda entro un tempo predefinito. Esso può variare nel corso del tempo in base ai risultati del bilancio d'esercizio, al variare del rischio di settore o della zona di operatività, l'andamento dei conti, degli insoluti, delle segnalazioni in Centrale Rischi, ed essere influenzato da fattori qualitativi come l'importanza del marchio, la qualità del management o la storicità dell'azienda. Non vi è dubbio che il bilancio rappresenti una componente fondamentale nella misurazione del rating da parte di una determinata banca.

    In questo contesto, come abbiamo visto nell’esempio menzionato all’inizio dell’articolo, l'invoice trading può avere un effetto positivo tramite la trasformazione di asset semi-illiquidi come i crediti commerciali in liquidità immediata, senza generare debito nel passivo dello stato patrimoniale (come nel caso di un’operazione pro solvendo, come avviene nell’anticipo fatture bancario) e trasferendo interamente il rischio in capo all'acquirente del credito commerciale stesso.

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  • Fintech e banche: che cosa dicono i clienti

    Un cliente su due non ritiene né "gratificante", né "coinvolgente" né "divertente" la relazione con il proprio fornitore di servizi: percentuale che farebbero notizia in qualsiasi settore, ma che nel mondo bancario è ormai diventata la norma da alcuni anni a questa parte, complice la crescita in tutto il mondo di alternative tecnologiche ad alto valore aggiunto e sempre più competitive.

    I numeri del World Retail Banking Report di Capgemini ed Efma

    Sono i numeri che emergono dal nuovo "World Retail Banking Report 2022" condotto da Capgemini ed Efma a partire da due indagini che hanno coinvolto oltre 8.000 tra clienti e dirigenti bancari e che dimostrano, se mai ce ne fosse ancora bisogno, come la percentuale di clienti insoddisfatti (50%) coincida sempre più con la percentuale di clienti bancari interessati all'offerta di servizi fintech.

    Facilità, velocità, risparmio dei costi sono infatti i vantaggi che il 75% dei clienti “insoddisfatti” dai servizi tradizionali apprezzano maggiormente nelle aziende innovative. Secondo i risultati del report, le fintech sarebbero avvantaggiate dall’utilizzo avanzato dei dati e dai maggiori margini di manovra concessi dai regolatori per stimolare la concorrenza nell'ambito del mercato dei servizi finanziari.

    Anche nel mondo del supply chain finance i servizi tradizionali segnano il passo

    In questo contesto, appare tanto più evidente la differenza tra offerta di servizi tradizionali e servizi innovativi quanto più ci si allontana dall'ambito dei servizi bancari rivolti ai risparmiatori e ci si avvicina a quello dei servizi rivolti alle imprese: nel caso del supply chain finance, ad esempio, gli ultimi dati dimostrano il definitivo rallentamento dell'anticipo fatture bancario rispetto alla crescita costante dei servizi fintech quali l'invoice trading, il dynamic discounting e il confirming.

    Se è ancora presto anticipare quali saranno le future quote di mercato tra banche e fintech, è importante fin da subito notare come i fornitori di servizi di maggior successo si siano da tempo collocati in una nicchia del mercato in costante espansione: quella di chi non si pone come "alternativa" tout court alle banche, quanto di fornitore di servizi complementari - e innovativi - rispetto a quelli bancari, per rispondere alle esigenze di PMI e imprese. Esigenze che comprendono, ovviamente, anche il fatto di ricevere un servizio gratificante, coinvolgente e, perché no, divertente grazie alla facilità dell'esecuzione.

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  • Anticipo fatture con Dynamic Discounting: che cos’è e a chi si rivolge

    Aziende medio-grandi, con facilità di accesso al canale bancario dovuta a un buon rating e sufficienti riserve di liquidità: sono queste imprese i principali fruitori del servizio conosciuto come dynamic discounting, che consente di automatizzare il processo interno di sconto dei crediti commerciali a fronte di un pagamento anticipato nei confronti dei propri fornitori.

    Il dynamic discunting per automatizzare il processo di sconto in fattura con pagamento anticipato

    Il dynamic discounting, come altre soluzioni che perseguono il medesimo obiettivo di sostenere una determinata filiera di imprese, viene richiesto da aziende e imprese capo-filiera i cui fornitori sono per lo più PMI in cerca di liquidità immediata e intenzionate a ottenere fonti di finanziamento diversificate, a causa di costi di accesso al credito abitualmente maggiori rispetto alle aziende più importanti.

    Fenomeno relativamente recente, incentivato dalla diffusione delle nuove tecnologie e della completa tracciabilità dei processi, il dynamic discounting prende il posto del processo manuale e solitamente "informale" di sconto delle fatture in cambio di un pagamento anticipato, per rendere questo stesso processo interamente automatico tramite una piattaforma specializzata.

    La crescita nell’ultimo anno del dynamic discounting e il confronto con il reverse factoring

    Non è un caso che, a fronte di questo netto miglioramento di un processo tradizionale altrimenti complesso e non scalabile, il dynamic discounting abbia fatto registrare nel corso dell’ultimo anno una crescita pari al 200% secondo le ultime stime dell’Osservatorio Supply Chain e Finance del Politecnico di Milano, pur mantenendosi su volumi totali inferiori al miliardo di euro nel nostro Paese.

    In questo senso, il dynamic discounting si colloca come una delle tante soluzioni oggi disponibili sul mercato per consentire alle grandi aziende di supportare la propria filiera di fornitori: tra queste rientra anche il reverse factoring, che prevede la cessione pro soluto dei crediti commerciali in cambio di liquidità immediata da parte di investitori, come avviene nel caso del servizio offerto da CashMe SpA, CashMe Digital Reverse.

    Da non sottovalutare, infine, l'impatto positivo che il ricorso al dynamic discounting può avere sullo stesso rating ESG delle aziende: le imprese che ne fanno uso possono includere un claim etico nel proprio bilancio di sostenibilità, o direttamente sul proprio sito, nella misura in cui contribuiscono ad agevolare l'accesso alla liquidità dei propri fornitori e a ridurre il loro ricorso all'indebitamento, aumentando di conseguenza la sostenibilità dell'intera filiera.

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  • Anticipo fatture online: un esempio concreto per il settore agroalimentare

    Più di una su due: sono le aziende del settore agroalimentare italiano che hanno registrato nel corso del 2021 un aumento dei ritardi di pagamento delle fatture da parte dei propri clienti, secondo quanto emerge da un report di Atradius, in crescita rispetto al 41% del 2020, mentre solo un'azienda su tre ha registrato tempi di incasso identici e solo una su dieci tempi addirittura più brevi nella riscossione dei pagamenti.

    Cresce il ritardo dei pagamenti delle fatture nel settore agroalimentare

    Dati che non sorprendono più di tanto, vista l'evoluzione dell'emergenza sanitaria ed economica tuttora in corso, ma che nel settore agroalimentare fanno più scalpore di altri tanto da meritarsi un articolo dedicato sul Sole 24 Ore: sia per l’importanza del settore nell’ecosistema produttivo, sia perché il ritardo dei pagamenti è stato un fenomeno fin qui meno percepito nel settore agroalimentare - e agricolo in generale -rispetto ad altri più colpiti dalla crisi, e che ora sembra rivelarsi per la prima volta in tutta la sua gravità.

    Oltre all’anticipo fatture bancario, le aziende possono trovare una soluzione anche nel fintech

    Le buone notizie, tuttavia, non mancano: oltre all’anticipo fatture bancario, da alcuni anni sono disponibili sul mercato dei servizi finanziari anche piattaforme come CashMe che consentono di ottenere liquidità immediata dalle cessione pro soluto delle fatture già emesse verso i clienti, senza segnalazione in centrale rischi. Un risultato reso possibile dalla combinazione di tecnologia, professionalità ed esperienza umana, oltre alla disponibilità di investitori istituzionali interessati a supportare l’economia reale.

    L’esempio di un’azienda specializzata nella produzione di vino e cliente di CashMe dal 2021

    In questo contesto, è utile citare l’esempio di Bosio Family Estates, azienda familiare di produttori di vino di Santo Stefano Belbo in provincia di Cuneo: in questo caso, simile a quello di una qualsiasi azienda del settore agroalimentare, l’utilizzo della nostra piattaforma di cessione dei crediti commerciali ha consentito all’azienda di ottenere maggiore liquidità e pagare i fornitori in anticipo, ottenendo sconti maggiori e ricevendo in tempi ridotti la merce necessaria per poter essere sul mercato prima della concorrenza.

    A sfide nuove, risposte (finanziarie) nuove per ovviare al problema della liquidità

    La testimonianza, interamente consultabile sul nostro blog, è un esempio di come in tutto il settore primario (e agroalimentare in particolare) sia possibile oggi servirsi di strumenti di finanza innovativa per rispondere alle necessità immediate di liquidità, pur a fronte di tempi di pagamento e condizioni di mercato profondamente diversi rispetto a quelle a cui un’azienda e i suoi titolari sono stati abituati finora: senza bisogno di modificare il proprio modello di business, o di indebitarsi ulteriormente, è possibile oggi rispondere con strumenti nuovi a sfide nuove eppure, al tempo stesso, così profondamente “antiche”.

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  • Anticipo fatture online: la risposta alle domande più comuni

    Uno dei dati più significativi emersi nel corso dell’ultima ricerca dell’Osservatorio Fintech del Politecnico di Milano non riguarda tanto gli aspetti quantitativi delle nuove tecnologie applicate all’ambito finanziario quanto gli aspetti qualitativi: nel caso specifico, la fiducia, soprattutto quando si parla di anticipo fatture.
    Fiducia che, nel caso di determinati servizi finanziari, non è chiaro se sia conseguenza di una mancata conoscenza dei nuovi servizi o piuttosto l’abitudine, rafforzata di generazione in generazione, alle vecchie soluzioni: nel caso delle imprese con meno di dieci dipendenti la ricerca dell’Osservatorio non svela, infatti, i motivi per cui oltre sette piccole e micro imprese su dieci preferiscano ancora l’anticipo fatture bancario – che crea nuovo debito – in luogo della cessione pro soluto e definitiva dei crediti commerciali.

    Come funziona l'invoice trading e anticipo fatture online di CashMe

    Per usufruire dei servizi di anticipo fatture online sono sufficienti competenze digitali di base

    Dal nostro punto di osservazione “privilegiato”, in quanto azienda fintech specializzata nell’invoice trading, qualche risposta ci sentiamo in grado di darla: ad esempio, il fatto che ancora oggi ci capita di avere a che fare con clienti che scoprono solo a cose fatte la semplicità con cui è possibile effettuare l’anticipo fatture online, senza disporre di competenze digitali avanzate. Tutto quello di cui c’è bisogno è un computer, un browser per navigare, la capacità di inserire i dati aziendali e caricare le fatture sul portale di CashMe: conoscenze informatiche di base che qualunque imprenditore ormai possiede.

    Pur se avviene online, l’anticipo fatture con CashMe prevede sempre la presenza di un consulente

    Un certo tipo di informazione di massa, tuttavia, negli ultimi tempi ha insistito molto sulla tendenza di alcune aziende fintech all’automazione totale dei processi: un obiettivo forse più auspicato che effettivamente raggiunto, con la conseguenza che oggi anche noi ci ritroviamo ad avere a che fare con imprenditori “spaventati” dall’idea di essere sottoposti alla valutazione di algoritmi opachi e insindacabili. Eppure, non tutte le aziende fintech seguono la medesima strategia: noi di CashMe, ad esempio, abbiamo sempre garantito ai nostri clienti la possibilità di essere accompagnati in tutto il percorso da un consulente, proprio perché riteniamo che la competenza e l’intelligenza umana non possano essere sostituite da una macchina quando si lavora su aspetti fondamentali per la salute finanziaria di un’impresa.

    A differenza dell’anticipo fatture bancario, con l’invoice trading l’attenzione si sposta tutta sul debitore

    Infine, ma qui forse si tratta di una conseguenza della scarsa educazione finanziaria degli italiani ancor prima che degli imprenditori in senso stretto, l’anticipo fatture online nella modalità “invoice trading” non è esattamente la stessa cosa dell’anticipo fatture bancario: i servizi online come CashMe, infatti, sono pensati per effettuare la cessione del credito nella modalità pro soluto con il conseguente trasferimento del rischio finanziario associato a esso al loro acquirente.(cessionario) A differenza dell’anticipo fatture bancario, quindi, quello online non si traduce in un nuovo debito a carico dell’impresa, bensì in un’immissione di liquidità che consente di alimentare il flusso di cassa a breve termine e migliorare i principali indici di bilancio.

    Dal nostro “osservatorio”, per il momento, è tutto.

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  • Esaurimento fidi: dall’anticipo fatture all’invoice trading

    L'aumento è stato il più alto degli ultimi quarant'anni: parliamo dell'inflazione, che a gennaio ha raggiunto il 4,8% ai massimi dall'aprile 1996 secondo l'Istat, dovuta prevalentemente ai rincari dell'energia (ma non solo). L'aumento dei costi di gas, elettricità e materie prime porta già oggi le imprese ad aumentare i costi per i propri clienti, con il rischio di esaurire il fido bancario e non poter più ricorrere allo strumento dell'anticipo fatture o castelletto bancario per alimentare i propri flussi di cassa.

    invoice trading e anticipo fatture, le principali differenze
    I vantaggi dell'invoice trading rispetto all'anticipo fatture tradizionale.

    Esaurimento fidi bancari: quale potrebbe essere l’impatto dell’inflazione sull’anticipo fatture

    La dinamica, se non è ancora diventata la norma, potrebbe esserlo da qui ai prossimi mesi: con la crescita dei prezzi delle materie prime e dell'approvvigionamento energetico, molte aziende potrebbero essere costrette a riversare parte dei costi nelle fatture ai clienti finali. Fatture che però, potrebbero non essere utilizzabili per ottenere liquidità immediata dalle banche a causa di un importo totale maggiore rispetto alla media stimata per il fido bancario, calcolata in un periodo antecedente la dinamica inflattiva.

    Gli ostacoli all’ampliamento del fido per l’anticipo fatture o castelletto bancario

    In questo contesto, molte aziende potrebbero perciò non essere interessate o non essere in grado di estendere i limiti del fido bancario in tempo utile per alimentare i flussi di cassa tramite l'anticipo fatture: la richiesta di determinati documenti non immediati a reperirsi, la presentazione di un bilancio aggiornato e anzitempo potrebbero essere alcuni dei motivi validi per ostacolare le imprese nel richiedere un aumento del castelletto bancario, e adeguare i finanziamenti così ottenuti alle nuove esigenze finanziarie.

    Invoice trading: quando diventa uno strumento da preferirsi rispetto all’anticipo fatture

    L'invoice trading, al contrario dell'anticipo fatture e castelletto bancario tradizionale, nasce proprio per rispondere a questi problemi oggi sempre più frequenti, visto il venir meno delle moratorie sui prestiti e il ritorno più volte annunciato di una nuova "stretta" sul credito. Senza necessità di fornire ulteriori garanzie, infatti, le aziende possono cedere in modalità pro-soluto i propri crediti commerciali a investitori istituzionali tramite piattaforme online come CashMe, evitando di indebitarsi ulteriormente.

    Perché la finanza alternativa va intesa un servizio complementare al sistema bancario tradizionale

    Molte volte si ritiene che la finanza alternativa, come nel caso dell'invoice trading, possa fungere da sostituito vero e proprio del mondo bancario: al contrario, l’obiettivo che questo servizio si pone è quello di agire in maniera complementare alle istituzioni tradizionali, per fornire alle aziende sane ma in temporanea condizione di difficoltà un'alternativa rispetto ai tempi lunghi e alle rigidità dei processi più conosciuti. Un'alternativa, nel verso senso della parola, che permette quindi di guardare ai dati in arrivo giorno dopo giorno con un po' più di fiducia nel futuro.

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  • Il reverse factoring tra gli strumenti per ripartire nel post-moratorie

    Per alcuni può essere l'ultima chiamata, per altri solo uno dei tanti avvisi di cui tenere conto lungo la strada della ripartenza: la fine (annunciata) delle moratorie sui finanziamenti concessi dalle banche alle imprese è arrivata - il 31 dicembre - in un periodo caratterizzato dalla crescita dei costi energetici, impossibili da scaricare nel breve termine sul prezzo al cliente finale, e un aumento delle difficoltà di accesso al credito bancario che rendono problematica la gestione del debito e della cassa di molte PMI.

    36 miliardi di euro di prestiti tutelati dalle moratorie al 31 dicembre scorso

    Secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, infatti, al 31 dicembre 2021 sarebbero terminate le sospensioni di prestiti bancari per un valore totale di 36 miliardi di euro, di cui 32 miliardi garantiti in base alle previsioni del decreto Cura Italia del 2020 a fronte di oltre 400 mila richieste: ignoto, tuttavia, è il numero delle imprese in grado di ricominciare a rimborsare le rate a partire dalla fine di questo mese.

    180 mila euro il debito residuo delle imprese in moratoria a settembre

    Le esigenze di liquidità per molte PMI potrebbero quindi ripresentarsi nel breve, anche senza rappresentare un problema drammatico: secondo gli analisti di CRIBIS a fine settembre 2021, i contratti di credito alle imprese sotto moratoria erano l’8,7% del totale rispetto al picco del 24,1% raggiunto nell’ottobre 2020. In media, le società di capitali che hanno richiesto le moratorie presentavano fino a pochi mesi fa un debito residuo di circa 180 mila euro complessivi, per un importo medio di 2.700 euro.

    Nel breve periodo sono da prevedersi soluzioni miste per uscire dalla crisi

    Se il rinnovo delle moratorie è stato fin qui chiesto a più voci da parte di associazioni d’impresa, sindacati dei bancari, partiti politici e Associazione Bancaria Italiana, come nota tra gli altri il Corriere, è plausibile che si arriverà nel breve-medio periodo a soluzioni miste volte a incoraggiare le imprese virtuose e che hanno le risorse per accedere alla liquidità a uscire dal regime di moratoria saldando i propri debiti, sostenendo invece con garanzie pubbliche l’uscita graduale delle aziende più compromesse.

    Private equity e reverse factoring per supportare aggregazioni e crescita delle aziende

    Degna di nota, in questo senso, è l’opinione di Nino Lombardo – senior partner dello studio DLA Piper – intervistato da Repubblica Economia: in un contesto così incerto, è probabile che anche le PMI più virtuose andranno incontro a processi di aggregazione verticali e orizzontali, che potranno essere sostenuti dall’apporto di capitali privati provenienti dal private equity per far fronte all’impennata generale dei costi di noli e materie prime. Nel breve periodo, inoltre, si diffonderà l’interesse verso strumenti di credito virtuosi quali il ‘reverse factoring’ dai privati”, per sostenere la crescita delle imprese e dei loro fornitori.

    Strumenti diversi per esigenze diverse, per sopperire alla mancanza di garanzie a cui appoggiarsi

    Il reverse factoring, nello specifico, è un servizio che consente alle aziende di supportare i propri fornitori nell’accesso alla liquidità tramite la cessione pro soluto dei crediti commerciali verso investitori istituzionali: disponibile anche su CashMe tramite CashMe Digital Reverse, non prevede segnalazioni in centrale rischi e può essere attivato nell’arco di pochi giorni lavorativi. Tanto più utile e funzionale, quindi, se utilizzato per affrontare un periodo post-pandemico dove molti strumenti di sostegno sono giunti al naturale esaurimento, mentre quelli di prima non sembrano in grado di rispondere con la dovuta flessibilità alle mutate difficoltà economiche e ai tempi di risposta immediati chiesti da uno scenario globale in rapida evoluzione.

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  • Anticipo fatture: quando le banche rifiutano di concederlo

    Affidabilità dei clienti, situazione debitoria, età dell'impresa: sono queste le variabili che le banche valutano quando si trovano ad approvare una richiesta di anticipo fatture da parte di un'impresa cliente, soprattutto se quest'ultima è una piccola e media impresa. Variabili che possono mutare nel corso del tempo e far sì che l'anticipo fatture, altrimenti noto come "Fido per Anticipo Fatture" o anche "Castelletto Bancario", possa essere rifiutato da un istituto di credito con conseguente penalizzazione per l'azienda interessata.

    anticipo fatture banca
    Anticipo fatture in banca: i tre motivi più comuni per il riifuto

    Che cos’è l’anticipo fatture bancario e come viene erogato

    L'anticipo fatture viene erogato dalle banche per lo più su fatture che sono state emesse dall'azienda e non sono ancora state né incassate né sono scadute. A differenza dell'invoice trading, di cui parleremo a breve, l'anticipo delle fatture è una forma di finanziamento a breve termine che consiste nell'anticipo dell'importo delle fatture non incassate, e che può avvenire nella forma di mandato all'incasso o cessione del credito commerciale a titolo definitivo da parte dell'istituto di credito che concede il fido per l'anticipo.

    Estinzione del fido e ostacoli burocratici dell’anticipo fatture

    Nei casi più comuni, l'anticipo fatture può essere estinto prima della scadenza del prestito o può essere soggetto a una proroga nel caso in cui l'incasso non avvenga entro i tempi previsti a causa di ritardi o insolvenza del debitore. Se l'obiettivo di chi richiede l'anticipo fatture rimane quello di ottenere liquidità immediata, i tempi della pratica (soprattutto in occasione della prima richiesta) e della burocrazia e le variabili menzionate all'inizio di questo articolo possono rallentare oltre modo la concessione del fido.

    Quando l’anticipo fatture può essere rifiutato

    In particolare, quando l'affidabilità dei clienti dell'impresa non viene ritenuta sufficiente dalla banca, oppure la situazione debitoria dell'azienda che fa richiesta di anticipo fatture alla banca è in temporaneo peggioramento, oppure la stessa azienda è di nuova costituzione, la richiesta di un fido per l'anticipo fatture può andare incontro a un secco rifiuto. Da notare, infine, quanto non sia un’operazione immediata oggi calcolare i tassi effettivi pagati sull'anticipo fatture, a causa di numerose commissioni e spese inclusi nel contratto stipulato tra la banca e il cliente.

    Cosa fare quando l’anticipo fatture viene rifiutato dalle banche

    In questo contesto, da alcuni anni è operativa sul mercato CashMe Spa che con il suo servizio di invoice trading online consente di ottenere liquidità immediata dalla cessione delle fatture a investitori istituzionali senza passare per il canale bancario. Senza alcuna garanzia richiesta e senza segnalazioni in centrale rischi, l’invoice trading oggi rappresenta l’alternativa all’anticipo fatture del sistema bancario pur senza essere uno strumento alternativo tout court agli istituti di credito tradizionale: piuttosto, uno strumento complementare per quelle PMI sane e meritevoli di sostegno che possono così sedersi al tavolo di confronto con i propri istituti di credito di riferimento da una posizione di maggiore forza negoziale.

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  • Anticipo fatture online: ora si può farlo senza indebitarsi ulteriormente

    Grazie all'invoice trading le aziende possono oggi effettuare l'anticipo delle fatture online senza aumentare la propria esposizione verso le banche e senza ulteriori segnalazioni in centrale rischi.

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    In un contesto di perdurante crisi economica e difficoltà di accesso al credito da parte delle imprese italiane, l’invoice trading consente oggi di ottenere la liquidità necessaria per ottimizzare il ciclo del circolante.

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    Come cambiano i tempi di pagamento delle fatture delle imprese italiane dopo il 2020, secondo gli ultimi dati elaborati da Cribis nel suo studio annuale, e quali sono le possibili alternative ai ritardi più gravi.

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    Cresce in tutta Italia il numero di PMI che fanno uso di servizi di anticipo fatture online, secondo gli ultimi dati elaborati dall'Osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano.

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  • Ritardi nei pagamenti delle fatture: dall’Italia al resto del mondo

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    Secondo gli ultimi dati del Politecnico, in Italia il settore dell’anticipo fatture online è cresciuto del 91% in un anno grazie a un servizio nettamente migliore rispetto a quello bancario e tradizionale.

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    Sono numerosi i casi in cui l’anticipo fatture tradizionale in banca potrebbe rivelarsi controproducente per una PMI a corto di liquidità. Ne abbiamo selezionati cinque, tra i più diffusi.

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  • Invoice trading: un finanziamento alternativo per l’anticipo fatture

    L’invoice trading consente alle imprese di monetizzare le proprie fatture cedendole a investitori privati, migliorando la solidità finanziaria della propria azienda e superando la stretta bancaria sul credito.

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  • Cessione dei crediti: anticipo fatture e factoring a confronto

    La cessione del credito consiste in un accordo con il quale il diritto a un credito, vantato solitamente tramite una frattura commerciale, viene ceduto dal detentore a una terza parte, che ne diventa il titolare. La pratica è disciplinata dall’articolo 1260 del Codice civile e seguenti, e può avvenire a titolo gratuito o a titolo oneroso: nel secondo caso il credito viene ceduto verso il pagamento di un corrispettivo dall’acquirente al creditore originario, che deve garantire di essere l’unico proprietario dello stesso.

    Anche le aziende possono cedere i propri crediti nell’esercizio dell’attività d’impresa a banche, ad intermediari finanziari oppure ad altri soggetti, purché il loro oggetto sociale non preveda altrimenti.

    La cessione del credito è l’istituto giuridico che sottende tanto l’anticipo fatture bancario quanto il factoring. Queste due attività tuttavia presentano molteplici differenze tra loro:

    Anticipo fatture

    L’anticipazione del credito tramite la cessione delle fatture rappresenta per le imprese un metodo efficace  per reperire liquidità, spesso per far fronte a momenti di crisi e spese straordinarie, senza dover ricorrere a un vero e proprio finanziamento bancario, oppure quando questo viene negato.

    Purtroppo già in fase d’accesso a questo strumento le piccole e medie imprese possono incontrare difficoltà a causa dell’atteggiamento sempre più prudenziale tenuto da molti istituti, già in notevoli difficoltà a causa degli oltre 200 miliardi di Euro di crediti in sofferenza oggi esistenti in Italia. Tali rifiuti inoltre finiscono per penalizzare maggiormente le PMI in un mercato del credito sempre più polarizzato dove le piccole imprese non ricevono più i capitali di cui avrebbero bisogno mentre le aziende di grandi dimensioni beneficiano spesso di tassi prossimi allo 0%   nonostante, secondo quando riportato da un’indagine della CGIA Mestre, l’80% delle sofferenze bancarie sia dovuto proprio a quelle di grandi dimensioni.

    Vediamo ora come funziona in dettaglio la cessione del credito: il contratto non necessita del consenso del debitore (purché non sia stato preliminarmente vietato) ma richiede la notifica della cessione allo stesso, in modo che sia messo in condizione di poter pagare al titolare corretto del credito.

    Solitamente è la banca a provvedere alla notifica, ma talvolta può essere direttamente il cedente a farsene carico, chiedendo poi al debitore di far pervenire l’accettazione al nuovo detentore del credito tramite moduli solitamente forniti dalla banca stessa, nel quale deve anche dichiarare che non sussistono vizi o impedimenti al pagamento. Una volta firmato il contratto, il cedente presenta la fattura tramite una distinta e chiede l’anticipazione del credito vantato, che la banca provvederà a liquidare sul conto corrente ordinario dell’impresa secondo le condizioni concordate.

    Solitamente le banche corrispondono un anticipo con uno scarto prudenziale tra il 20% e il 30% sul valore nominale della fattura: non incide solo la solvibilità del debitore, ma anche e soprattutto quella del cedente.

    La cessione del credito alla banca comporta inoltre l’apertura da parte di quest’ultima di un conto corrente transitorio, detto conto anticipi, sul quale vengono addebitati gli importi anticipati contestualmente all’accreditamento delle somme concordate sul conto corrente ordinario. Gli interessi a debito sono poi solitamente addebitati trimestralmente. Quando infine il debitore pagherà la fattura, l’importo sarà accreditato sul conto anticipi e la differenza tra la somma riscossa e quella anticipata viene quindi addebitata nel conto anticipi e accreditata sul conto dell’impresa tramite giroconto.

    Factoring

    Il factoring consiste in una combinazione di servizi finanziari e di gestione del credito che consentono ad una società di rafforzare sotto il profilo qualitativo e di valorizzare sotto quello finanziario il proprio portafoglio crediti e la propria capacità di penetrazione commerciale sul mercato.

    A differenza di altri prodotti, attraverso il factoring l’azienda è in grado di ottenere mediamente degli affidamenti e delle anticipazioni finanziarie più consistenti e di tipo rotativo.

    Con il factoring inoltre solitamente non sono ceduti singoli crediti, ma interi pacchetti di crediti commerciali presenti e futuri, con contratti vincolanti nel medio-lungo periodo.

    Proprio alla luce della perdurante contrazione delle erogazioni alle imprese da parte delle banche, nonostante qualche recente segnale positivo, non sorprende quindi che il ricorso al factoring da parte delle PMI sia aumentato: nel 2016 la crescita è stata del 7,8% nei primi dieci mesi, con una previsione complessiva del 5,58% per l’intero anno.

    Factoring

    Il funzionamento del factoring spiegato riassunto nella scheda di Borsa Italiana

    Entrambi i sistemi tuttavia, per quanto efficaci, presentano dei lati oscuri. Le procedure burocratiche spesso sono onerose in termini di tempo e poco snelle. I costi non sono sempre del tutto chiari e precisi.

    L’invoice trading, ovvero l’anticipo delle fatture tramite una piattaforma digitale come la nostra, vuole trovare una soluzione anche a questi problemi, consentendo di cedere i crediti online in maniera snella, veloce, flessibile, e soprattutto con costi certi.

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    La cessione dei crediti, di cui l’anticipo fatture bancario costituisce una specifica tipologia, è un’operazione che suscita l’attenzione delle PMI che necessitano di liquidità: esploriamo dunque modalità procedurali, opportunità e rischi di questa forma alternativa di finanziamento.

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  • L’invoice financing visto da un investitore: quanto rende e quali sono i vantaggi?

    Sinora molto abbiamo detto riguardo ai vantaggi che una PMI può ottenere grazie all’utilizzo dell’invoice financing o di piattaforme di finanza alternativa in generale.

    Oggi vogliamo invece puntare l’attenzione su quali sono gli elementi di interesse in questo genere di attività nell’ottica di un investitore, ovvero di quei soggetti che comprano le fatture.

    Ma facciamo un passo indietro. Dove sta il rendimento per l’investitore che intende acquistare crediti commerciali?  Per spiegarlo proponiamo un breve esempio: la PMI Alpha vanta un credito di € 100.000 nei confronti della grande azienda Beta, che può essere, per esempio, uno dei principali gruppi dell’automotive italiano. Alpha ha necessità di cassa, decide quindi di vendere il credito attraverso una delle piattaforme di invoice financing disponibili sul mercato. L’investitore Gamma, che ha aderito alla piattaforma, nota il credito in asta e lo reputa confacente al proprio profilo di rischio/rendimento. L’investitore decide quindi di comprare il credito ad un prezzo pari, ad esempio, ad € 97.000. A questo punto l’investitore, diventato pieno titolare del credito, attende la scadenza della fattura ed incassa regolarmente il saldo di € 100.000 da Beta, marginando quindi sullo spread (i.e. differenza) tra il valore nominale del credito ed il suo prezzo di acquisto.

    Ma perché un investitore dovrebbe preferire l’acquisto di crediti commerciali rispetto ad altre asset class più comuni scambiate sul mercato?

    In CashMe non riteniamo che i crediti commerciali siano un’asset class sostitutiva rispetto a quelle più diffuse, ma li riteniamo piuttosto un’asset class alternativa, ovvero un ottimo integrativo del portafoglio all’interno del quale nei prossimi anni acquisirà una quota sempre più importante, fino a raggiungerne il 5%/10% per gli investitori più professionali. Vediamo perché.

    Elevati rendimenti ed ottimo rapporto rischio/rendimento

    L’acquisto di crediti commerciali consente di ottenere rendimenti nell’ordine del 5% - 12%, a fronte di un rischio individuato, in termini di probability of default, inferiore al 2% con riferimento alle aziende debitrici.

    Tale rendimento rappresenta il range di tasso medio ottenuto da investitori che hanno deciso di allocare parte delle proprie risorse attraverso piattaforme di invoice financing internazionali. Il dato si sta dimostrando accurato anche per quanto riguarda le esperienze italiane, ed il seguente prospetto estratto dal Bollettino Statistico di Banca d’Italia dimostra il perché.

      invoice financing  

    In Italia nel primo trimestre del 2016, certifica Banca d’Italia, le PMI hanno pagato in media un tasso dell’8,26% ed del 10,38% per ottenere finanziamenti attraverso anticipo fatture, salvo buon fine ed operazioni a revoca per importi inferiori ai € 250.000. Questa però spesso non è l’unica voce di costo che una PMI deve sostenere quando si reca in banca per finanziare il capitale circolante. Infatti, come molti studi hanno ormai ampiamente dimostrato, le banche tradizionali aggiungono una serie di costi, commissioni e penali che portano il tasso ad accrescere per un valore anche fino al 4% - 6% all’anno.

    Diversificazione e decorrelazione

    L’inserimento di una quota di crediti commerciali nel portafoglio consente di diversificare il rischio e ne attenua la volatilità. I tassi di interesse applicati ad operazioni autoliquidanti infatti, come si evince dal tool Base Dati Statistica fornito da Banca d’Italia, presentano un andamento quasi totalmente decorrelato dai mercati finanziari, oscillando in maniera strutturale tra il 7% ed il 9%. Ciò garantisce agli investitori un ritorno stabile nel tempo.

    Bassa duration

    Seppur allo stato attuale non esiste un mercato secondario dei crediti commerciali, che pertanto non sono immediatamente liquidabili, la loro duration è molto bassa: in media tra i 60 e 90 giorni. Se comparati ad asset class di pari durata, risulta evidente l’appetibilità di questa nuova forma di investimento.

      invoice financing

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  • Ritardo nei pagamenti: l’analisi di Euler Hermes

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  • Fatture non pagate: con noi l’azione legale è gratuita

    Gli investitori che acquistano fatture sulla nostra piattaforma dispongono di un supporto legale in caso di fatture non pagate, grazie all’accordo stipulato tra CashMe e Axist.

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    Anche nel nostro Paese cresce il ricorso alle fatture in formato digitale: secondo il Politecnico di Milano ognuna permette di risparmiare fino a 8,2 Euro rispetto al cartaceo.

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  • Finanziamenti PMI: la finanza alternativa contro la stretta del credito

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    Crescono in tutto il mondo gli investimenti di Venture Capital nelle startup fintech attive nel settore dell’invoice financing e anticipo fatture online. Le ultime notizie sul nostro blog.

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  • Imprese: i consigli degli esperti per la gestione di cassa

    Il successo delle imprese si basa sempre di più su una riserva di liquidità adeguata. Sul nostro blog trovate alcuni consigli di esperti per migliorare la gestione di cassa e gestire al meglio l’incasso delle fatture.

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    Dalla CNA una proposta condivisibile per sostenere il finanziamento alternativo delle PMI attraverso il ricorso a piattaforme fintech innovative, a fronte della contrazione del credito bancario.

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    Sicuro e conveniente, l’invoice financing online offre nuove opportunità alle piccole e medie imprese per monetizzare subito le proprie fatture.

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  • Finanziamenti alle PMI: cosa pensano gli imprenditori della finanza alternativa

    Secondo una ricerca Amicus Finance il mercato della finanza alternativa per le Piccole e Media Imprese in UK è raddoppiato nell’ultimo anno. Al secondo posto le piattaforme di invoice finance. Ecco quali sono le previsioni degli imprenditori.  

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  • Anticipo fatture dalla banca: come fare in caso di rifiuto

    Anticipo fatture dalla banca: come funziona, quali sono le tempistiche

    L’anticipo fatture è una forma di finanziamento a breve termine per le PMI. Consiste solitamente nell’anticipo dell’importo delle fatture da parte di una banca. Nel linguaggio bancario questa operazione è definita comunemente “Fido per Anticipo Fatture” o, in gergo, “Castelletto bancario”. L’anticipo fatture può avvenire nelle forme di mandato all’incasso, o cessione del credito a titolo definitivo.

    Se da un lato non vi sono limiti di importo delle fatture per cui si richiede l’anticipo, il fido contrattato con la banca può prevedere un tetto massimo consentito ed è possibile che l’anticipo non copra l’intera somma delle fatture.

    [caption id="attachment_496" align="alignright" width="983"]anticipo fatture banca I tre motivi per cui una banca potrebbe rifiutare l'anticipo fatture[/caption]

    L’anticipo fatture da parte di una banca nei confronti di una PMI ha come obiettivo quello di consentire a un’impresa di ricevere liquidità immediata, senza aspettare il momento dell’incasso effettivo dei crediti commerciali pendenti.

    L’anticipo viene infatti accreditato dalla banca su fatture emesse e non ancora incassate né scadute. E' possibile estinguerlo sia prima della scadenza, pagando di tasca propria, sia chiedere una proroga qualora l’incasso non avvenga nei tempi previsti per insolvenza del debitore.

     

    Intesa Sanpaolo, Unicredit: come funziona l’anticipo fatture delle principali banche italiane

    La banca anticipa la quota che l’impresa si impegna a restituire entro la scadenza della fattura, dietro pagamento di interessi e commissioni che variano da istituto a istituto.

    A offrire questo servizio sono quasi tutti le principali banche italiane. Ad esempio Intesa Sanpaolo offre un servizio di anticipo fatture sia in filiale sia via web. Unicredit richiede di prenotare un appuntamento in filiale dove verranno presentate le fatture, mentre Banca Ifis offre un servizio che si estende anche al di fuori dei confini nazionali, rivolto alla clientela nazionale e internazionale.

    In tutti i casi l’operazione è subordinata alla presenza di un conto corrente nella medesima banca in cui si presenta la richiesta.

    Perché una banca dovrebbe rifiutare l’anticipo fatture?

    Alcuni istituti di credito potrebbero rifiutare un anticipo su fatture emesse nei confronti di clienti dell’impresa ritenuti non affidabili, perché protestati o notoriamente insolventi.

    Ugualmente il fido per anticipo fatture, si legge nei fogli informativi di alcuni istituti, potrebbe essere rifiutato in caso di un peggioramento della situazione debitoria dell’impresa richiedente il fido.

    L’anticipo fatture potrebbe diventare un’impresa difficile, quando non impossibile, in caso di aziende e PMI di nuova costituzione, soprattutto quando si tratta di importi elevati.

    Come riportato in un articolo del Sole 24Ore, il tasso del fido può subire variazioni al rialzo in base a mutate condizioni di mercato, quando non essere penalizzato dal fatto di avere tra i propri clienti la Pubblica Amministrazione, solitamente un pagatore poco affidabile quando si tratta di puntualità. Infine, le commissioni (almeno tre, secondo un articolo di Lettera 43, oltre al tasso base di sconto) collegate a questa forma di finanziamento sono spesso difficili da individuare e solo talvolta percepite al momento dell’estratto conto.

    Cosa fare quando una banca rifiuta l’anticipo fatture

     

    Le imprese che si sono viste rifiutare l’anticipo delle fatture da parte delle banche possono oggi rivolgersi a una piattaforma di invoice financing, come CashMe, per cedere subito i propri crediti commerciali a investitori qualificati.

    Le piattaforme di invoice financing consentono alle PMI di cedere le fatture a investitori professionali in base a un sistema competitivo di aste online grazie al quale la fattura, non ancora incassata, né scaduta, viene venduta al miglior offerente.

    A differenza degli istituti di credito, la vendita della fattura su una piattaforma di invoice trading non dipende particolarmente dal merito creditizio dell’azienda che cede i crediti commerciali ma soprattutto dal livello di solvibilità del debitore.

    Inoltre i costi sono estremamente chiari fin da subito, e ciò consente di evitare sorprese inaspettate.

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  • Pagamenti alle imprese: disastro pubblica amministrazione, bene la finanza

      Il report Studio Pagamenti realizzato da CRIBIS D&B descrive la situazione dei pagamenti alle imprese italiane: diminuiscono i ritardi gravi, ma solo un’impresa su otto della pubblica amministrazione rispetta le scadenze di pagamento.  

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  • Anticipo fatture: gli 8 vantaggi della finanza alternativa per le imprese

    Nasce in Italia una nuova piattaforma per aiutare le imprese e in particolar modo le PMI a migliorare la gestione del cashflow tramite l’anticipo fatture online da parte di investitori qualificati, senza passare attraverso il canale bancario.

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