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Pagamenti alle imprese: disastro pubblica amministrazione, bene la finanza


  Il report Studio Pagamenti realizzato da CRIBIS D&B descrive la situazione dei pagamenti alle imprese italiane: diminuiscono i ritardi gravi, ma solo un’impresa su otto della pubblica amministrazione rispetta le scadenze di pagamento.  

Maggio 6, 2016


 

 

Lo stato dei pagamenti alle imprese italiane è ben descritto dall’ultimo Studio Pagamenti realizzato da CRIBIS D&B, società del Gruppo CRIF specializzata nelle business information, che evidenzia come da un lato siano diminuiti i ritardi gravi ma dall’altro solo un’impresa su tre paghi puntualmente. Bene il settore finanziario, ma solo un’impresa su otto della pubblica amministrazione rispetta le scadenze.




In un anno diminuiti del 12% i ritardi gravi nei pagamenti


In un solo anno sono diminuiti del 12% i ritardi gravi nei pagamenti alle imprese. Ad accusare le maggiori difficoltà di pagamento sono le imprese del settore del commercio al dettaglio: il 22% di queste salda le fatture con oltre il mese di ritardo.


Complessivamente comunque il 35,1% delle imprese del nostro Paese rispetta le date di scadenza, ma ancora il 51,1% salda entro il mese di ritardo; la percentuale dei ritardi gravi si aggira intorno al 13,8%. Quest’ultima è la cifra più bassa degli ultimi sei anni, pur tenendo conto che negli anni della crisi era cresciuta in percentuale del 150,9%.




Le imprese del nord est sono le più puntuali d’Italia nei pagamenti


A distinguersi in Italia per puntualità sono le imprese del nord est dove i ritardi gravi si aggirano attorno all’8.1%, mentre il 43,5% delle imprese rispetta le scadenze e paga regolare. La Lombardia si aggiudica una menzione d’onore, con il 45,2% di imprese virtuose: è Sondrio la provincia più puntuale d’Italia.


Al sud invece ben il 23,2% fatica ancora a saldare i debiti con i fornitori. Buone anche le performance del nord ovest con 41,5% di pagamenti alla scadenza, e solo il 9% oltre il mese di ritardo; al centro sono il 31,1% le imprese puntuali, 16,4% i cattivi pagatori.


Seconda nella classifica dei buoni pagatori l’Emilia Romagna, seguita dal Veneto (44,3%), Friuli Venezia Giulia (43,8%) e Valle D’Aosta (39,1%). Situazione opposta in Sicilia: solo il 18,7% di pagamenti regolari e il 25,1% di gravi ritardi; le imprese di Caserta sono le meno puntuali della penisola.




Le performance più virtuose nel settore finanziario


Il settore dei servizi finanziari gode di miglior salute con il 45% delle imprese rispettose delle date di scadenza e solo il 9,8% di ritardi gravi, a cui segue l’edilizia col 39,4% di imprese puntuali e il 11,6% di ritardi gravi. In difficoltà invece il settore del commercio al dettaglio: solo il 24,9% delle imprese risulta puntuale. Infine solo un’impresa su otto della pubblica amministrazione invece rispetta le scadenze di pagamento.


Da segnalare come il settore che meglio sta reagendo alla crisi sia quello dei trasporti e della distribuzione, nel quale durante gli ultimi sei anni i cattivi pagatori sono cresciuti solo, si fa per dire, del 46,9%.




Italia tra i paesi meno puntuali d'Europa


Nonostante i buoni segnali emersi, che non devono comunque fare abbassare la guardia alle imprese italiane, la puntualità nei pagamenti da parte delle nostre imprese resta ancora lontana se paragonata al resto d’Europa secondo Cribis D&B, che ha analizzato i comportamenti di pagamento di 31 Stati nel corso del 2015.


La Danimarca, con l’87% di imprese puntuali è il paese più virtuoso d'Europa, seguita dalla Germania, col 72,3% e dalla Lituania al 61,7%. L'Italia con una percentuale di pagamenti virtuosi del quasi 36%, si colloca in tredicesima posizione sulle venti nazioni dell’Unione.



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