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Imprese a rischio default: un’Italia a due velocità secondo Cerved Group


Per la prima volta dal 2011 il numero di upgrade nei profili di rischio delle imprese torna a superare quello di downgrade secondo il Cerved Group Score, ma il totale delle imprese a rischio default resta superiore a quelle sicure.

Luglio 15, 2016

Da un lato, imprese colpite dalla crisi che non riescono a recuperare terreno e sembrano ormai condannate a vedere il loro profilo di rischio consolidarsi sempre più, fino al default. Dall’altro, imprese che si rafforzano e proseguono nel loro cammino virtuoso.


L’ultimo rapporto Cerved Group Score (CGS, una valutazione sintetica del merito creditizio delle imprese italiane) fotografa un’Italia a due velocità, dove per la prima volta dal 2011 il numero di imprese che nell’ultimo anno ha migliorato il proprio profilo di rischio ha superato quello delle imprese diventate più vulnerabili o esposte al rischio di default, anche se il totale di queste ultime (85 mila) resta ancora superiore al totale delle società più sicure (66,5 mila).


 

Imprese a rischio

Il totale dei debiti finanziari delle 524 mila imprese analizzate da Cerved Group è così salito a 1.030 miliardi di Euro dai 985 dell’ultimo anno, di cui 215 miliardi detenuti da società a rischio default, ma solo tra le microimprese l’ammontare dei debiti si è spostato dalle società più a rischio a quelle maggiormente sicure.


Secondo quanto fotografato dal report - che suddivide le imprese in quattro aree di rischio, sicurezza, solvibilità, vulnerabilità, rischio, a loro volta suddivise in un totale di dieci classi di merito - è in atto dunque una polarizzazione delle imprese tra le i due estremi, con 150 mila società che hanno migliorato di almeno una classe di rischio il proprio Cerved Score Group, contro 137 mila che lo hanno peggiorato.


Rischio imprese

Se gli upgrade da una classe di rischio alla superiore hanno superato i downgrade nei settori dell’industria, terziario e agricoltura, i downgrade sono stati ancora maggioritari per quel che riguarda le imprese attive nei settori dell’energia, delle utility e dell’edilizia.


Nell’edilizia, il settore più a rischio, un’impresa su quattro è ad alto rischio di insolvenza e quasi la metà è classificata come vulnerabile. Il settore dell’energia e utility risulta quello più solvibile, mentre l’industria risulta essere il comparto più polarizzato (il 23% del debito è in società ‘sicure’, ma una quota analoga è nei bilanci di società rischiose).


 

Rischio imprese


Guardando alla distribuzione geografica, il saldo tra le società con un upgrade del proprio CGS e quelle con un downgrade risulta particolarmente positivo nel Centro (+3,4%) e nel Sud (+2,8%), rispetto a quanto osservato nel Nord Est (+2,3%) e nel Nord Ovest (+1,7%).


Il Sud si conferma tuttavia l’area in cui le imprese a maggior rischio di insolvenza si indebitano di più: quasi il 30% dei debiti è nei bilanci di società in area di ‘rischio’, e solo il 9% in quello di imprese ‘sicure’; il Nord Est risulta essere invece l’area più solida, con il 21,4% dei debiti presenti in bilanci di società ‘sicure’ e il 18,3% nei bilanci di società a rischio.


Rischio imprese