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Finanziamenti PMI: in finanza alternativa nessun cliente è di serie B


I risultati dell’ultima indagine semestrale BCE sul rapporto tra banche e piccole e medie imprese, europee e italiane, e le prospettive per il medio periodo.  

Giugno 15, 2016


 

La crisi di liquidità delle piccole e medie imprese italiane ed europee potrebbe durare ancora diversi mesi. Complici la mancata ripresa dei consumi, le difficoltà di accesso al credito bancario e una riduzione dei tassi di finanziamento più lenta rispetto alla media dei maggiori Paesi europei.


Secondo l’ultima indagine semestrale condotta dalla Bce la prima vulnerabilità finanziaria per il 27% delle PMI europee dipende dalle persistenti difficoltà di vendita dei propri prodotti, in crescita di due punti percentuali nell’arco di un semestre e di ben sette punti in un anno.


L’indagine, che ha riguardato 11.725 aziende (di cui il 91% con meno di 250 dipendenti) tra marzo e aprile 2016, ha evidenziato inoltre come per le piccole e medie imprese italiane permangano inoltre evidenti difficoltà di accesso al credito bancario.


Se la media europea di PMI che riscontrano ostacoli di varia natura nell’accesso al credito bancario è calata dal 14% al 12%, in Italia questa percentuale non scende al di sotto del 13%. Allo stesso modo, solo il 15% delle PMI italiane ha rilevato un calo dei tassi di finanziamento, contro il 40% della media dei maggiori Paesi europei.


Criticità che si traducono in un indebolimento delle risorse a disposizione delle aziende per pagare fornitori, dipendenti e investire in ricerca e sviluppo: per quanto riguarda il cashflow, il 19% delle PMI italiane segnala un livello di liquidità disponibile inferiore alla media del precedente periodo, rispetto all’11% della media continentale.


 

finanziamenti pmi

Le difficoltà di accesso ai finanziamenti bancari per le PMI nell’Eurozona


(Fonte: ecb.europa.eu)


 

 

La finanza alternativa in soccorso delle PMI


 

A fronte della persistente crisi di liquidità e del doppio metro applicato dalle banche nei confronti di PMI e aziende di maggiori dimensioni (di cui solo lo 0,5% si è visto rifiutare un prestito, contro l’8% delle PMI) la finanza alternativa oggi costituisce uno strumento maturo e consolidato per far fronte alle esigenze finanziarie delle imprese stesse.


Secondo l’ultima ricerca pubblicata da Amicus Finance, infatti, il valore del settore della finanza alternativa nel Regno Unito è raddoppiato negli ultimi due anni.


Grazie alle nuove piattaforme digital-first le piccole e medie imprese possono sia diversificare le loro fonti di finanziamento, tramite il P2P lending o l’equity crowdfunding, sia monetizzare immediatamente sui propri crediti commerciali pendenti cedendoli a investitori qualificati, tramite l’invoice financing.


Nello specifico, con la nostra piattaforma di invoice financing - CashMe - le PMI che necessitano di liquidità immediata potranno cedere le loro fatture non ancora incassate a investitori professionali, in base a un sistema competitivo di aste online grazie al quale la fattura verrà venduta al miglior offerente.


In quest’ottica e alla luce dell’indagine BCE la finanza alternativa non è più, come titolava il Financial Times ormai due anni orsono, solo una “grande speranza per le PMI”, ma diventa una concreta opzione per diversificare le fonti di finanziamento e ridurre la dipendenza dal canale bancario.


In Rete, fino a prova contraria, non esistono clienti di Serie A e di Serie B.



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