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Blog , Cessione del credito , Fintech

Invoice trading: un finanziamento alternativo per l’anticipo fatture


L’invoice trading consente alle imprese di monetizzare le proprie fatture cedendole a investitori privati, migliorando la solidità finanziaria della propria azienda e superando la stretta bancaria sul credito.

Febbraio 17, 2017


Sono tempi difficili per le piccole e medie imprese: ritardi nei pagamenti e rifiuti di prestiti possono mettere a dura prova la loro stabilità finanziaria. Dal fintech arriva però un’alternativa: l’invoice trading, termine con cui si indica spesso anche l’invoice financing. Si tratta della cessione da parte delle imprese dei propri crediti commerciali vantati attraverso le fatture a società specializzate o ad investitori qualificati in cambio di liquidità immediata, per un importo in genere pari ad almeno il 90% del loro valore nominale – la parte restante (6%-8%) viene poi corrisposta dal compratore all’azienda, al netto di una piccola percentuale a titolo di remunerazione, una volta che il debitore avrà saldato la fattura.

La cessione delle fatture praticata attraverso i canali tradizionali, tra cui il factoring o l’anticipo fatture, comporta per le imprese difficoltà maggiori rispetto al ricorso all’invoice trading. Molte incontrano i primi problemi già in fase d’accesso al servizio a causa dei requisiti sempre più stringenti e della maggiore diffidenza da parte degli istituti, che a partire dagli anni successivi alla crisi finanziaria hanno dovuto rivedere le proprie politiche di controllo del rischio, anche a seguito di nuove normative emanate a livello europeo.


Nel Regno Unito, l’invoice trading si è posizionato nel 2015 come il quarto segmento della finanza alternativa per volume di transazioni.  


Fonte: University of Cambridge


Le piattaforme di invoice trading permettono di creare un canale diretto tra investitori e piccole e medie imprese, rispondendo così anche alla necessità di far confluire il risparmio privato nel tessuto produttivo del Paese, obiettivo tra l’altro ribadito più volte di voler perseguire dalle istituzioni e dai rappresentati delle principali associazioni di categoria. Tali piattaforme offrono infine importanti vantaggi a entrambe le parti.

Gli imprenditori ottengono accesso ad un nuovo canale di finanziamento alternativo, utilizzabile in maniera flessibile e secondo necessità. Dato che è il merito creditizio del debitore a essere preso in considerazione, e non quello dell’azienda richiedente, questo canale consente di ottenere credito anche laddove gli istituti tradizionali lo abbiano negato. Inoltre al creditore non sono richieste garanzie, ipoteche o fidejussioni di alcun genere. Non esistono limiti contrattuali che vincolano nel lungo periodo o limiti di valore anticipabile. Il costo dell’operazione è trasparente dal primo momento e non ci sono commissioni o spese aggiuntive nascoste. Infine, il prezzo corrisposto per la cessione è deducibile dalle tasse.

Per l’investitore, l’invoice trading costituisce una valida asset class alternativa con cui integrare il proprio portafoglio. Il rapporto tra rischio e rendimento è molto favorevole grazie a rendimenti tra il 5% e il 12% a fronte di un rischio in termini di probability of default mai superiore al 2%.

Una quota di crediti nel proprio portafoglio d’investimenti contribuisce anche alla diversificazione dello stesso, attenuandone la volatilità. Inoltre, la duration dei crediti commerciali, correlata direttamente ai tempi di pagamento stabiliti tra le aziende, è molto bassa: usualmente tra due e tre mesi.

Come emerge dalla fotografia del settore dell’Università di Cambridge, l’invoice trading è il segmento fintech dalla crescita in più rapida d’Europa, in proporzione: tra il 2014 e il 2015 il mercato europeo continentale è balzato da un volume d’affari di 7 milioni di Euro a 81,6 (escludendo UK), per un aumento percentuale pari all’877%. In testa alla classifica per giro d’affari troviamo Belgio, Francia e Danimarca.

Il settore continua a espandersi anche nel suo mercato originario e più sviluppato, il Regno Unito, dove sempre nello stesso lasso di tempo il valore del mercato è passato da 270 a 325 milioni di sterline.

In Italia, il mercato del credito commerciale e dell’invoice trading è tra i più promettenti in Europa, sebbene sia nato solo recentemente. Una ricerca condotta dall’Osservatorio Supply Chain del Politecnico di Milano, stima che il valore dei crediti commerciali pendenti tra imprese al 31/12/2015 era pari ad oltre 500 miliardi di euro, con una quota servita dagli strumenti di anticipo tradizionali (factoring e anticipo fatture bancario) pari solo al 27%.